La scoperta dell’acqua calda…
Certe volte non si sa se ridere o piangere… Grande titolo di un lancio d’agenzia sul sito della FNSI:
Il Segretario alla Commissione d’indagine del Senato:
“Anche i grandi gruppi editoriali pagano poco i freelance”
Ma no? Davvero? Ci voleva una commissione d’indagine in Senato per scoprirlo? Ma proseguendo la lettura del testo, c’è da chiedersi dove vivano certi signori super-contrattualizzati, che rappresentano però una categoria che per un buon 70% (a dire poco) è formata da precari, freelance sottopagati:
Oggi, 29 marzo 2011, una delegazione della Fnsi, composta dal Segretario generale Franco Siddi, dal Direttore generale Giancarlo Tartaglia, dal Presidente della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo, Enrico Ferri e dal Coordinatore della Commissione Maurizio Bekar, è stata sentita dalla Commissione Lavoro del Senato, in ordine all’ “indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’Editoria”. Il Segretario generale Franco Siddi ha depositato una relazione che è stata messa agli atti e che riportiamo. Ma l’Audizione, durata per un’ora circa, ha toccato vari capitoli della situazione generale dell’editoria e le domande dei senatori presenti hanno voluto fare luce soprattutto sulla situazione del precariato giornalistico e sul lavoro dei giornalisti freelance. La Fnsi, denunciando il comportamento attuato anche di grandi gruppi editoriali, di retribuire con compensi non decorosi (3-4 euro ad articolo), i giornalisti freelance e parasubordinati, ha ribadito la necessità di una normativa generale che consenta di favorire il confronto tra editori e giornalisti sul lavoro autonomo per l’istituzione di tariffari per il lavoro freelance. Nei prossimi giorni pubblicheremo sul sito della Fnsi per esteso i contenuti dell’audizione che saranno resi noti dal Senato. L’Indagine nasce nell’autunno del 2010 da una tavolo di concertazione regionale istituito dalla Regione Veneto (assessore Elena Donazzan) su iniziativa del Coordinamento precari Re.Fusi, il Sindacato dei giornalisti del Veneto, su proposta del senatore Castro del Pdl, poi divenuta bipartisan e fatta propria dalla Commissione Lavoro e Previdenza del Senato, presieduta dal vicepresidente Senatore Morra. La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ha coordinato il lavoro preparatorio per le audizioni, iniziate con La Fieg e l’Inpgi, oggi e la Fnsi e che proseguiranno con i freelance.
La proposta quale sarebbe? Un tariffario per i freelance? Sul modello forse del tariffario che lo stesso Ordine dei Giornalisti ha abbandonato da tre anni, rendendosi conto che era grottesco nella sua inapplicazione generale? E come lo si renderebbe cogente di fronte agli editori? Per legge?
Bloccando l’incalzare delle domande, sono contento del fatto che si inizi a muovere qualcosa “ai livelli alti” e che l’insoddisfazione di chi praticamente regge tutti i giornali italiani abbia avuto ascolto, ma le soluzioni sono ancora “vecchie” ed inattuabili in un mondo che va molto più veloce dei nostri legislatori (e dei nostri stessi rappresentanti sindacali, per tacer della lentezza pachidermica dell’Abruzzo). La soluzione? Ascoltate i freelance, date davvero loro la parola, rendeteci protagonisti del nostro futuro. Basterebbe solo dare un’occhiata ai dibattiti, pieni di passione e di responsabilità, del tutto scevri dall’arrabbiatura fine a sé stessa, che popolano i gruppi dei precari di Facebook, tra i quali ovviamente non posso che citare orgogliosamente quello dell’Abruzzo, Cinqueuronetti.
Credo che sia finalmente aperta la fase della “coscienza collettiva” dei freelance, che stanno progressivamente abbandonando la difesa chiusa e sterile dello strapuntino malpagato (o peggio, non pagato) per una solidarietà di categoria, cosa che è sempre mancata (colpevolmente) tra i giornalisti.
Spero che presto i colleghi contrattualizzati, in alcuni casi strapagati, ma senza dubbio con sicurezze previdenziali ed economiche dai precari mai neppure sognate, si rendano conto, come mi dice sempre una cara collega contrattualizzata ma seriamente impegnata nella difesa dei diritti dei freelance, che le loro pensioni, e soprattutto il loro livello, saranno garantite dalla massa contributiva dei precari di oggi e meno sarà, meno ci sarà disponibilità di liquidi per le loro pingui mensilità!