I “sopralluoghi” concordati e i comunicati “rassicuranti”: davvero si crede che ormai si pubblichi tutto?

Che il giornalismo d’inchiesta, specie in provincia, sia ormai una chimera è un dato purtroppo assodato ed è diventata un’abitudine per le amministrazioni pubbliche vedersi pubblicate sui giornali locali ogni tipo di notizie desunte dai comunicati stampa, che spesso inondano anche oltre misura le caselle delle redazioni e dei singoli colleghi, freelance e non.

Un’operazione spesso automatica, perché semplice e senza sforzo: fare copia&incolla e aggiustare il comunicato affinché sembri un articolo. Del resto – è una constatazione amara ma non giustificativa – visto che il misero compenso per un articolo è legato non al tempo di scrittura, alla riflessione su di esso e alla verifica puntuale della notizia, ma alla sua sola esistenza (tradotto: ti dò cinque euro lordi, qualunque sia l’origine della notizia e qualunque sia il lavoro che ci hai fatto su), perché impegnarsi di più?

Capita così che entrino nelle cronache locali pezzi del tutto ovvi o commenti inutili e spesso ripetitivi o che addirittura si spacci per seria attività di controllo una passerella ben organizzata.

È quello che mi è successo oggi, ricevendo un comunicato dal Comune di Chieti che magnificava l’ispezione, da parte dell’assessore alla Sanità, di due strutture ospedaliere, una pubblica ed una privata, che sarebbero risultate perfette in ogni loro aspetto. Non escludo che fosse così, certo, ma dal comunicato era evidente che il “sopralluogo” era organizzato da tempo e ben conosciuto dai vertici dei due nosocomi: come si poteva dare credito ad una passerella di tal fatta?

Non ce l’ho fatta a trattenermi e la notizia è stata da me così scritta sull’edizione abruzzese de “Il Tempo”:

 

«Con mia grande soddisfazione, ho potuto constatare tutto era in piena regola ed efficienza in tutti gli ambienti visitati»: così l’assessore alla Sanità di palazzo d’Achille, Ivo D’Agostino, comunica  l’esito di due «sopralluoghi» in altrettanti ospedali della città, uno pubblico, il «SS.Annunziata» di Colle dell’Ara, e uno privato, la clinica «Spatocco». «Ritengo opportuno – spiega il delegato del sindaco Umberto Di Primio in un comunicato stampa – eseguire alcune verifiche presso gli ospedali e case di cura private site nella città al fine di rendermi conto se vi siano problematiche sulle quali l’amministrazione comunale, e per essa l’assessorato, possa dare un contributo per il miglioramento di tutti i luoghi sia essi di degenza sia adibiti ad altri usi (cucine ecc.)».

Il risultato riscontrato dall’assessore D’Agostino, tuttavia, dovrebbe essere più che scontato, in considerazione del fatto che la visita non è avvenuta a sorpresa e senza preavviso, come sarebbe naturale nel caso dei sopralluoghi, ma addirittura, nel caso del giro effettuato presso la clinica «Spatocco», accompagnato dallo stesso titolare.

«La mia prima visita – registra D’Agostino – è stata eseguita presso l’ospedale clinicizzato di Colle dell’Ara con esito positivo. Ho potuto constatare tutto era in piena regola ed efficienza. Analoga efficienza ho potuto riscontrare nel corso del sopralluogo presso la casa di cura “G. Spatocco” dove, accompagnato dal titolare, dott. Lorenzo Spatocco, e dal direttore sanitario, dott. Ottavio Pontano, ho personalmente verificato il rispetto delle norme sanitarie sia in tutti i reparti ospedalieri, sia nei locali adibiti a servizi. Anche il tipo di accoglienza offerta agli utenti mi è parsa di ottima qualità. Sono, infatti, rimasto positivamente colpito dalle condizioni igieniche riscontrate e dalla cura che il personale medico ed infermieristico dedica al buon svolgimento delle attività sanitarie».

Sarebbe stato tutto uguale in caso di un sopralluogo improvviso? L’assessore comunque rassicura la città: «Questa amministrazione sarà sempre vigile rispetto alle tematiche in ambito sanitario verificandone il buon andamento al fine di fornire risposte concrete ai cittadini e garantire una sempre maggiore efficienza».

 

Spero che il tenore del pezzo, ironico e non certo offensivo, abbia fatto sorridere i più e fatto riflettere sull’opportunità di pensare qualche minuto in più prima di diffondere tali notizie.

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