La manovra “salva Italia” non salva l’equo compenso?
Di ritorno da una coda allucinante alla pompa “bianca” di benzina, presa d’assalto dopo la diffusione dell’anticipo a domani dell’aumento delle accise sui carburanti (provvedimento bipartisan e “tecnico” per far cassa… non ci volevano professori bocconiani per una tale furbata), mi sono dedicato alla lettura approfondita del Sole 24 Ore relativamente alla manovra chiamata “salva Italia” e ovviamente l’occhio subito è caduto sul pezzo “Accelerata la revisione degli Ordini”.
Riporto letteralmente quanto scrive la collega Laura Cavestri in un passaggio del suo pezzo:
Gli albi professionali avranno tempo fino al 13 agosto 2012 per adeguare i rispettivi ordinamenti all’eliminazione dei “riferimenti” alle tariffe minime, all’equo compenso del tirocinante, all’obbligo di formazione continua e alla polizza assicurativa (come già prevedeva la manovra di Ferragosto).
Insomma, niente più tariffe minime, cosa che l’Ordine dei Giornalisti aveva sospeso già dal 2007, ma il mio timore è che questa sia la premessa per non riconoscere un equo compenso ai liberi professionisti dell’informazione che non hanno alcuna tutela.
Preoccupazione eccessiva? Forse, ma gli attacchi concentrici si stanno moltiplicando e non è difficile vedere un filo rosso che collega tutti questi piccoli segnali (i pensionati contro la Carta di Firenze, Carlo Malinconico sottosegretario, lo svuotamento del ruolo degli Ordini…).
Vedremo come va a finire…