Ci siamo… la Carta di Firenze in discussione al Consiglio Nazionale dell’Ordine

Ci siamo davvero!

In questi minuti, il Consiglio Nazionale dell’OdG si sta aprendo e all’ordine del giorno c’è l’approvazione in via definitiva della “Carta di Firenze”, lo strumento deontologico che il mese scorso nel capoluogo toscano quasi 400 precari, freelance e collaboratori hanno elaborato, studiato ed approvato per acclamazione.

Un momento importante, che tutti aspettiamo da tanto e che secondo qualche rumor potrebbe anche slittare. Un’eventualità di cui non vorremmo neppure sentir parlare, anche se in questi trenta giorni che ci hanno separato dalla due-giorni dell’Odeon alcune voci critiche e dubbiose si sono sollevate tra i colleghi “contrattualizzati”, volte forse a “depotenziare” un documento fondamentale. Per questo, mi unisco convinto ai “gruppi di pressione” che non intendono transigere sull’approvazione della “Carta” e che non arretreranno dalle posizioni espresse a Firenze.

Mi sento, per esempio, di condividere l’appello di “Errori di Stampa”:

 

A un mese esatto dalla prima stesura della Carta di Firenze, il 7-8 ottobre scorsi al teatro Odeon di Firenze, il consiglio Nazionale dell’Ordine si appresta a votare la ratifica del documento prodotto durante la due giorni da più di 300 giornalisti precari e disoccupati provenienti da tutta Italia.

Un’esperienza straordinaria quella di Firenze che per la prima volta ha dato ampia visibilità al vero cancro dell’informazione italiana: quello del precariato. Oggi il Coordinamento dei precari romani di Errori di Stampa, come hanno già fatto gli altri coordinamenti,  chiede  al Consiglio un gesto di grande responsabilità: quello di votare la ratifica della Carta. Ma ancora più importante per noi è fare in modo che immediatamente si creino le condizioni perché tutte le norme contenute nel documento vengano applicate con rigore e senza fare sconti a nessuno.

Perché la Carta di Firenze sarà “Carta straccia” se:

1) le redazioni continueranno a utilizzare stagisti al posto dei redattori;

2) si continueranno a pagare i co.co.co 300 euro al mese;

3) non sarà riconosciuto l’equo compenso degli articoli;

4) nelle redazioni continueranno a lavorare i pensionati, impedendo il turn over, con “contratti” di collaborazione al limite della legalità;

5) si continuerà a sfruttare manodopera a costo zero con la promessa del praticantato;

6) si continueranno a non sanzionare quei direttori che seguitano a sfruttare in maniera criminale il lavoro precario;

7) l’Ordine non si farà carico di una campagna seria di verifica delle condizioni di lavoro nelle redazioni italiane attraverso gli ispettori dell’Inpgi;

8 ) non verrà istituito un osservatorio permanente sulle condizioni del lavoro precario nelle redazioni.

 

 

Come anche l’appello dei colleghi campani ai propri consiglieri nazionali:

 

Gentili colleghi Consiglieri nazionali OdG della Campania,

nel prossimo Consiglio nazionale arriverà la Carta di Firenze per la ratifica finale. Il documento è il prodotto di un anno e mezzo di battaglie dei Coordinamenti dei giornalisti precari di tante regioni e di tanti singoli colleghi. Lo scorso 7 e 8 ottobre oltre 300 giornalisti precari, disoccupati e free lance, hanno dato vita a un evento senza precedenti per la nostra categoria, lanciando un movimento nazionale che ha un unico obiettivo: la lotta alla precarietà dei giornalisti per la qualità dell’informazione.

 

Come Coordinamento giornalisti precari della Campania abbiamo dato il nostro contributo alla stesura della Carta, dopo quasi due anni di lotte e iniziative nella nostra ragione: dati, indagini conoscitive, denunce di corsi illegali, dossier sullo stato della professione. La nostra regione, come tutto il Mezzogiorno, vive in maniera ancora più grave le condizioni di sfruttamento di pubblicisti, professionisti e aspiranti giornalisti.

 

Dalle giornate fiorentine abbiamo finalmente un atto ufficiale del nostro Ordine professionale che prevede sanzioni contro quei direttori che non rispettano la dignità del lavoro svolto, non pagano i collaboratori o lo fanno con compensi irrisori. Si tratta, innanzitutto, di una responsabilità etica che a noi precari è sempre stata chiesta per la scrittura di un articolo pagato anche 3 euro. A questo si devono aggiungere i provvedimenti contro l’impiego indiscriminato dei colleghi pensionati, pratica che blocca di fatto ogni possibilità per i giornalisti precari e disoccupati.

 

A voi chiediamo di votare la ratifica di questa Carta e lo facciamo in nome di quell’86% di giornalisti precari e disoccupati della nostra regione. Vi chiediamo un’assunzione di responsabilità e una presa di posizione pubblica per attivare uno strumento contro il primo grande bavaglio dell’informazione: i giornalisti sfruttati e senza diritti.  Coordinamento giornalisti precari della Campania.

 

 

Restiamo in attesa della “fumata bianca”, convinti della grande importanza dell’entrata in vigore della “Carta di Firenze” e del “peso”, ormai non più smentibile, dei freelance all’interno del dibattito della categoria. Prendo a prestito anche il logo-appello dei precari della Campania, che dice una grande verità:

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