Un anno trascorso invano o capace di aver generato riflessione?

L’anno scorso, proprio il 16 ottobre, Miglianico, il mio amato paese, si è risvegalito come mai aveva fatto in tutta la sua storia: qui a fianco la foto che io stesso ho scattato quella mattina sotto i portici del municipio, che nella notte precedente era stato annerito dall’incendio – misterioso – di una delle automobili in dotazione al Comune.

Era sabato, giorno di mercato, ed è stato difficile non far correre la notizia di bocca in bocca e, in parallelo, non far rabbrividire di paura per un atto mai accaduto in un paese tranquillo come il nostro.

Ovviamente, come è normale in una piccola comunità come la nostra, sussurri, ipotesi, chiacchiere ed interpretazioni si sono accavallate, con più o meno fondatezza, citando impressioni o fatti veri e verosimili.

Questo è il racconto che ne ho fatto su “Il Tempo”:

 

Antonello Antonelli

MIGLIANICO Un rogo misterioso, di chiara origine dolosa, nel cuore del paese, ha fatto svegliare di soprassalto la cittadina ieri mattina: a bruciare erano le due automobili di servizio del Comune, posteggiate proprio sotto i portici del municipio, nella piazza principale. Le fiamme, che hanno avvolto per oltre un’ora i due autoveicoli prima di essere spente alle prime luci dell’alba dai Vigili del Fuoco, hanno devastato anche un ufficio comunale al pianterreno e sfregiato metà della facciata del palazzo municipale. Ad accorgersi dell’incendio, poco prima del sorgere del sole, sono stati alcuni ambulanti giunti in piazza Umberto I per il tradizionale mercato cittadino del sabato mattina: la segnalazione tempestiva ha permesso di controllare le fiamme, impedendo che si propagassero all’intero edificio comunale. A coordinare le indagini, che sono svolte in un riserbo quasi assoluto, ci sono i Carabinieri della locale stazione, che, dopo i rilievi del caso, hanno ascoltato il sindaco, Dino De Marco, per cercare di comprendere le motivazioni che possono essere alla base del gesto, del tutto inatteso in una cittadina fino ad ora tranquilla e con pochi problemi di ordine pubblico. Ipotesi ufficiali non ce ne sono, anche se in paese circola la voce che il gesto sia da collegare a recenti provvedimenti di revoca di alcune assegnazioni di case popolari: un atto di rabbia e di protesta estrema, dunque, che si è addirittura portato nel cuore stesso del paese, e che per questo non sia da attribuire ad un cittadino miglianichese.

 

Il gesto, dopo le prime ipotesi di cui anch’io ho dato conto nel mio pezzo, fu alla fine derubricato come “possibile autocombustione”, sebbene personalmente mi è sembrata da subito una ricostruzione alquanto improbabile, e per questo ricevendo anche una richiesta di colloquio formale da parte del comandante della locale stazione dei Carabinieri, che intendeva confrontare le mie “eventuali fonti”.

Due giorni dopo, la natura dell’incendio non potè essere più negata. Questo il mio doppio pezzo su “Il Tempo”:

 

Antonello Antonelli

MIGLIANICO Come se non fosse bastato l’atto vandalico della notte tra venerdì e sabato, in cui sono andati in fiamme due automobili del Comune, posteggiate sotto il portico del municipio, danneggiato anch’esso dal rogo sviluppatosi per ragioni ancora in corso di accertamento, nella notte scorsa sono state date alle fiamme le automobili del sindaco, Dino De Marco. Tutto si è svolto attorno alle 4 del mattino di ieri: il primo cittadino, che per precauzione non aveva parcheggiato le due autovetture (una Volkswagen Golf ed una Toyota Yaris) nel cortile interno della propria abitazione, come faceva di solito, ma lungo la strada antistante, è stato svegliato da un tonfo sordo; il tempo di affacciarsi dalla finestra e De Marco si è reso conto della gravità della situazione: la Golf stava andando a fuoco e immediatamente il sindaco ha impugnato l’estintore che si trovava nel suo ambulatorio medico al pianterreno per evitare che l’incendio si propagasse alla Yaris, spostata poi a forza dalla porta di casa, lambita dalle fiamme. Stavolta pochi sono i dubbi che si sia trattato di un atto doloso: lo stesso primo cittadino ci ha raccontato di aver trovato accanto agli pneumatici della Toyota, che subito pochi danni, quattro inneschi, e sull’auto tracce di gasolio. Il lavoro degli inquirenti, già molto prudenti dopo il primo atto vandalico, si è fatto adesso più difficile: se per il rogo sotto al palazzo municipale l’ipotesi primaria che veniva considerata era quella dell’autoinnesco a causa di un corto circuito (anche se le voci in paese parlavano di possibili altri moventi, da ricercare nell’attività amministrativa della giunta e delle contrarierà che essa avrebbe potuto scatenare), adesso lo spettro delle possibilità si amplia notevolmente. Tant’è che c’è stata l’immediata convocazione in Prefettura di un vertice con il prefetto, il questore, il sindaco, e i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza: al termine un comunicato ufficiale ha precisato che «a seguito degli approfondimenti emersi nel corso della riunione il prefetto, d’intesa con le altre autorità di Polizia, ha disposto l’adozione di una misura a tutela del dott. De Marco».

 

MIGLIANICO «È innegabile che ora ho paura per me e per la mia famiglia, ma anche per coloro che condividono l’attività amministrativa insieme a me»: è visibilmente scosso il sindaco, Dino De Marco, medico di famiglia e alla guida da sette anni, con due diverse giunte civiche, del paese, al termine di un fine-settimana che difficilmente dimenticherà. «Sabato mattina – ci ha spiegato – dopo l’incendio delle auto del Comune ero sicuro che non si trattasse di un atto vandalico, ma solo di un corto circuito, ma ora mi interrogo seriamente sul perché di questa situazione. Posso dire in tutta tranquillità di non aver alcun problema personale né di lavoro con alcuno, e in Comune, al di là di piccole tensioni normali per chi amministra, non ho riscontrato situazioni tali da giustificare atti così estremi. Non abbiamo problemi con il Piano Regolatore, come pure si è detto, né con i cittadini. Mi rimetto al lavoro degli inquirenti». Intanto, al primo cittadino sono giunti attestati di solidarietà: «Non bisogna – ha scritto il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci in un messaggio – cedere di fronte alle minacce, neanche a quelle più violente e sfacciate. Si sta alimentando un clima di tensione sociale finora sconosciuto, che va combattuto a testa alta». «Le istituzioni e i cittadini – ha detto il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio in un comunicato – devono stringersi attorno all’amministrazione comunale e respingere ogni tipo di tensione, convinti che questi gesti si vincono con la serietà, la responsabilità, la civiltà e la trasparenza». A.Ant.

 

È passato un anno, ma il mistero su quei due roghi è rimasto tale. Anzi, per molti è meglio che non se ne parli più, meglio che si dimentichi una pagina così buia per una comunità così piccola e coesa, quasi “da Mulino Bianco”. Eppure, non posso negare l’ansia nel sapere che in 12 mesi le indagini non hanno portato ancora a nulla (o almeno così pare in assenza di comunicazioni ufficiali da parte della magistratura inquirente).

Quest’anno è trascorso invano? O è stato capace di modificare modi di fare, di essere, di rapportarsi così da rafforzare la coesione sociale che è apparsa l’anno scorso ben poco evidente, al di là della doverosa e sentita solidarietà verso chi rappresenta tutti i cittadini all’interno delle istituzioni?

Domande, che lascio come riflessioni per me e per tutti i miei concittadini, sperando di non dover mai più raccontare episodi del genere. Ma mi piacerebbe tanto raccontare la soluzione del mistero dei roghi dell’ottobre 2010: la speranza è nella magistratura e nella sua capacità di indagine e comprensione!

 

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