“Il Ripassone di Italiano”: Alessia Giandomenico rende fruibili a tutti le difficoltà della grammatica italiana
Rigoroso. Questo credo che sia l’aggettivo che più calzi al libro, da poco uscito per Mondadori, di Alessia Giandomenico , l’insegnante conosciuta on line come StudiofacileconAle.
Ho avuto la fortuna di conoscere Alessia quando ero insegnante alla scuola media di Villamagna, il paese dove vive, accanto al mio: avevamo realizzato un progetto di lettura con la locale biblioteca e lei era tra coloro che animavano le proposte per i ragazzi, tra i quali i miei alunni. Ho subito percepito la sua passione e la sua capacità di coinvolgimento e poi, seguendola nella sua nuova avventura web, ho apprezzato anche la sua naturale predisposizione a rendere semplici e facilmente intuibili contenuti anche complessi, senza perdere il rigore e l’impostazione normativa della grammatica italiana.
Anche lei, come me, si ritiene una “grammar-nazi”, specie in estinzione che però dovrebbe essere rivalutata in un contesto in cui la lingua italiana viene sempre di più maltrattata, con il pretesto dell’aggiornamento e della colloquialità.
Per questo “Il Ripassone di Italiano”, il libro uscito da pochissimo e immediatamente ordinato, ricevuto e letteralmente divorato, è un testo non solo utile, non solo piacevole, ma è soprattutto prezioso: non è certo una trattazione sistematica della grammatica italiana, perché quella è una caratteristica dei libri di testo, a cui Alessia non vuole certo fare il verso, ma è un vero e proprio “ripasso” in cui gli argomenti sono affrontati “a ruota libera”, in maniera ironica, piacevole, divertente, leggera (devo scomodare l’Italo Calvino delle “Lezioni americane” per ricordare a tutti l’elogio della leggerezza?) ma soprattutto rigorosa, senza cedimenti alle mode imperanti, ricordando regole e usi, precisando eccezioni e concessioni. Chi vuole fissare nella mente e ricordare nella prassi quotidiana le corrette forme dell’italiano lo potrà fare senza sforzi (se non quello di fare gli esercizi che corredano il testo, capitolo dopo capitolo e poi in chiusura di libro).
Inoltre – ed è una caratteristica che avvicina Alessia al mio modo di insegnare – lei non disdegna di approcciarsi agli altri partendo da dati autobiografici che ce la fanno sentire vicina e complice, non un Moloch da cui imparare per motivi di… autorità, ma una compagna di viaggio che ha, come tutti noi, debolezze e fisse, vittorie e sconfitte, sogni e desideri.
Quindi, promossa su tutta la linea… ma se avesse anche speso due parole sull’orrendo uso dell’intercalare “tipo” nel linguaggio giovanile e ormai purtroppo dilagato anche in tv, libri e giornali, sarebbe stata perfetta. Ma la perfezione, si sa, è solo di Dio!
A proposito: dopo quel progetto della primavera 2017, io ed Alessia non ci siamo visti più, solo scritti ogni tanto quando le commentavo qualche video particolarmente efficace e che mi aveva aiutato nella didattica ordinaria… quindi non c’è nulla di “amichevole” in questa recensione (che lei manco si aspetta, a dirla tutta).