In morte di Michela Murgia: la comune appartenenza all’Azione Cattolica e quell’inquietudine per l’impegno civile
Ciò che mi ha sempre legato a Michela Murgia è l’impegno giovanile in Azione Cattolica: questa foto è dell’assemblea straordinaria del 7, 8 e 9 dicembre 2001 alla Domus Pacis, ma ci eravamo conosciuti già al campo nazionale giovani 1998 a Nocera Umbra e in quel triennio, divenuto quadriennio, avevamo condiviso diversi momenti di un’associazione che stava ripensando sé stessa, fino ad arrivare al nuovo Progetto Formativo e alle modifiche statutarie del 2001, guidati da Paola Bignardi.
Qui eravamo al termine di quel percorso che più volte ci aveva fatto incontrare in riunioni ed assemblee: lei era l’incaricata regionale dei Giovani di AC della Sardegna ed io componente aggregato dell’ufficio stampa nazionale dell’Azione Cattolica (ai tempi del MZAC, la cui tessera Michela ha simpaticamente rifiutato, pur ridendo del nostro goliardico modo di esorcizzare la singletudine). Di lei ricordo la fermezza e le posizioni non sempre allineate alla maggioranza, difese con garbo e con grande convinzione, con la stella fissa della partecipazione e dell’impegno civile, che avrebbe caratterizzato tutta la sua attività successiva. Siamo cresciuti tutti, quella generazione di giovani di AC è ormai saldamente nella maturità e tutti più o meno ci risentiamo o ci scriviamo, tutti abbiamo trovato il posto nella nostra realtà così come sognavamo a quei tempi, un posto significativo da “abitare” e “migliorare”. Lo ha fatto anche lei, sempre con il suo stile fermo, a volte duro, ma sempre con lo sguardo rivolto alla “popolarità” e alla “partecipazione”, che erano le nostre parole d’ordine di giovani cattolici impegnati a vario titolo nei nostri territori di provenienza. A-Dio, cara Michela! Grazie per tutto quello che abbiamo condiviso nei giorni belli e spensierati della nostra gioventù!