Ancora è la parola fondamentale per l’amore: Massimo Recalcati e le sue sette lezioni d’amore
“La parola prima dell’amore, la cellula fondamentale di ogni discorso amoroso è la parola “ancòra”.”
Questa è la conclusione di 125 tiratissime pagine, lette tutte d’un fiato questo pomeriggio… pagine intrise di tante riflessioni, di strali, di speranze, di squarci d’abisso e di crepe di speranza, di evidenze elementari e scontate, di osservazioni argute e originali che si infrangono però nella considerazione iniziale:
“(…) è davvero possibile tenere lezioni sull’amore? Evidentemente no. Non è mai possibile spiegare l’amore. Non è mai possibile ridurre l’amore a un concetto, è invece possibile e necessario parlare d’amore, continuare a parlare d’amore. A tal punto che si potrebbe dire persino che parlare d’amore sia la sola cosa davvero possibile in amore. Si parla così tanto di amore perché nessuno sa cosa sia l’amore”.
L’amore è tutto e il contrario di tutto: brucia, ma se brucia si consuma, se si consuma, finisce; allora per farlo durare non lo si fa bruciare, ma se non brucia può essere ancora definito amore? Alla fine, esso non è che un incanto dell’incontro, non dipende dalla volontà, non può essere atteso anche se lo si attende.
Lo si vuole eterno, ma il “per sempre” è un tentativo di incatenare una casualità in una manifestazione solida ed immutabile, ma l’amore sa che è impossibile escludere la sua morte perché è esso è un’esposizione rischiosa alla libertà irriducibile dell’altro.
Le pagine sulla separazione, anzi sulla “separtizione”, neologismo più significativo per indicare come essa in generale viene vissuta, sarebbero da incorniciare e da ricordare sempre come un mantra, per la precisione chirurgica con la quale viene descritta ed analizzata:
“Il dolore della separazione amorosa è un dolore sordo e psichicamente indigeribile. Senza la presenza dell’amato (…) sono solo un grido nella notte al quale però più nessuno risponde. (…) Nel luogo della presenza cala l’ombra dell’assenza”.
Per questo l’urlo di Munch è la migliore rappresentazione pittorica di esso.
Quindi tutto è perduto? Ma no… perché “non c’è possibilità di dimenticare senza ricordare” e poi perché “gli amori che durano sono quelli nei quali ciascuno dei due ha una certa confidenza con la propria solitudine”.
L’amore contiene in sé ogni possibilità, per questo è ANCORA la sua parola fondamentale.
Grazie, Massimo Recalcati!