La “Casa delle Monache”: una storia che è l’essenza di Miglianico
Finalmente sta per riapire la “Casa delle Monache Sant’Anna”, un palazzo che è nel cuore di generazioni di Miglianichesi che in essa hanno vissuto gli anni dell’asilo. Il Gruppo di Studio per la Promozione della Cultura che presiedo ha preparato per l’inaugurazione di domani una brochure storica che ricostruisce la sua storia secolare.
Eccola qui:
La Casa delle Monache “Sant’Anna” da sempre, nell’immaginario collettivo miglianichese, è legata alla sua destinazione ad asilo d’infanzia, dapprima gestito dalla Congregazione delle Suore di Sant’Anna, che fino al 1975 si presero cura dei bambini dai 3 ai 6 anni, e poi statalizzato e diventato, con decreto del Ministro della Pubblica Istruzione, Franca Falcucci, “Scuola Materna Statale” e per questo sottoposto all’amministrazione civile dello Stato.
In origine, il palazzo che attualmente ospita la “Casa della Cultura” dei miglianichesi, era una dimora borghese, che venne donata dall’ultimo proprietario, Carlo Augusto Maria Ciavolich, con lascito testamentario del 1905, come testimonia anche la lapide cimiteriale presente nel camposanto di Miglianico all’interno della cappella gentilizia di famiglia, probabilmente alla “Congregazione di Carità”, ente nato nel 1862 a seguito dell’approvazione della “Legge Rattazzi” o “delle opere pie”, che intendeva riunificare in una sola istituzione tutti i vari istituti (congregazioni, confraternite, monti di pietà…) che si occupavano dell’assistenza ai poveri, ai malati e ai bisognosi. Quest’ultima era assicurata, già dalla metà del XIX secolo, a Miglianico dalla Congregazione delle Suore di Sant’Anna che si era installata in paese dopo l’apertura della filanda della Foppa Pedretti (ospitata nell’attuale edificio che funge da scuola media) per curare proprio la crescita e l’educazione degli infanti degli operai, che non avevano tempo e denaro per occuparsi dei figli durante il duro lavoro, che poteva arrivare anche a 15-16 ore giornaliere.
Palazzo Ciavolich però non fu subito adibito ad asilo infantile: occorrerà aspettare il secondo Dopoguerra per avere notizia certa della sua creazione, quando ormai la proprietà era passata, secondo i dettami della legge del 1937, all’Ente Comunale di Assistenza (Eca), che ne fu il titolare fino alla sua soppressione nel 1978, con la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Il palazzo passa definitivamente nel patrimonio comunale e nel frattempo viene trasformato in scuola materna statale, perdendo la cappella interna, intitolata a Sant’Anna, dalla quale partiva la processione più corta dell’anno a Miglianico, quella che nella mattinata del 26 luglio portava il simulacro della madre della Beata Vergine Maria nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo (dove tutt’ora la statua si trova).
Nel 1991, con la conclusione dei lavori per la realizzazione del nuovo polo scolastico dell’infanzia, il palazzo venne abbandonato e nonostante i numerosi piani per la sua ristrutturazione e il suo rilancio non venne mai recuperato. Con l’avvento dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Fabio Adezio si è dato nuovo impulso ai progetti già in cantiere e in appena quattro anni si è giunti all’inaugurazione della nuova Casa delle Monache “Sant’Anna” il 26 luglio 2018.