“Dal cuore alle parole”: un workshop utilissimo per affrontare le dinamiche relazionali in classe
Da buon responsabile di Azione Cattolica, la formazione è nel mio Dna, e spesso mi sono interrogato su come nel mondo della scuola si possa riscontrare finora una tiepida accoglienza di tutto ciò che è formazione. Eppure gli eventi formativi ai quali finora ho partecipato sono stati tutti davvero utilissimi e fonte di riflessione e tra questi il primo di questo nuovo anno scolastico, che si è tenuto il 4 settembre scorso a Francavilla al Mare presso la scuola media “Masci”, che fa parte di una rete di scuole per la formazione, tra le quali c’è il mio nuovo istituto comprensivo di titolarità quello di Bucchianico. In attesa che le relatrici, come promesso, mi facciano avere il materiale di approfondimento, propongo una sintesi degli appunti presi durante le due ore di workshop che raccontano un’esperienza tenuta in una classe seconda della scuola secondaria di primo grado “Vicentini-Della Porta” di Chieti.
Il titolo del progetto, “Dal cuore alle parole: non conoscevo tutto di te” è stato scelto direttamente dai ragazzi alla fine del laboratorio durato un intero anno scolastico all’interno di una classe seconda con alcune problematiche. Il dato di partenza è che ogni ragazzo ha la sua emotività e la sua sensibilità e per questo occorre trarre un linguaggio emozionale che sia vicino ad ognuno: per questo si è scelto di operare attraverso un percorso di didattica inclusiva e laboratoriale con la proposta di una conoscenza reciproca più approfondita.
Obiettivi: comunicare per stabilire relazioni emotive ed affettive, sviluppare il senso di responsabilità e la capacità di collaborare, seguire le regole fondamentali del gruppo, attivare dinamiche cooperative e collaborative, usare codici comunicativi differenti.
Quattro fasi più una introduzione di preparazione.
1) ti ascolto, ti conosco, ti consiglio
2) come mi vedo… come mi vedono gli altri
3) attività ludico-didattica
4) questionario ex post
L’uso del questionario, sia nella fase preparatoria, sia in quella di verifica, è stato essenziale perché ha dato la percezione di ciò che i ragazzi sentivano.
Preliminarmente, si è creato un ambiente funzionale all’apprendimento con una speciale ergonomia dell’ambiente (utilizzando un’aula non in uso, riadattata da tutti gli alunni con inserti personali)
Somministrato un questionario preliminare: La scuola è adeguata? Cambieresti qualcosa? Aula adatta per l’apprendimento? Se potessi modificare qualcosa, cosa cambieresti? Ti senti sereno con i tuoi compagni? Perché? Quali attività ti piacerebbe fare con loro? Con le risposte è stata stilata una sorta di mappa concettuale a mo’ di brain-storming
Fase 1 – Abbiamo chiesto di portare in classe foto, oggetti personali che potessero raccontare la loro vita
Obiettivo: Ricerca ed elaborazione di un vocabolario emozionale, individuando e riconoscendo le proprie emozioni (in particolare si è evidenziata la necessità della figura dei nonni).
Particolarità: l’emozione prevalente è stata la malinconia (tristezza), con foto ed oggetti di cari defunti.
Fase 2 – Scrivere lettere gli uni agli altri su come mi vedo io e come mi vedono gli altri. Già a questo livello vengono fuori un vocabolario emozionale più pertinente ed una cura maggiore nell’aggettivazione e nelle descrizioni.
Fase 3 – Gioco: mi fido ciecamente di te. Un compagno bendato deve essere guidato da un altro. Particolarmente utile se si mettono in coppia compagni che non “si prendono” in simpatia.
Fase 4 – Somministrazione del questionario finale: È stato utile il progetto? Perché? (Per lo più le risposte sono state: “ci siamo conosciuti di più” e “abbiamo conosciuto sentimenti e ricordi degli altri”). Ci sono stati cambiamenti nelle relazioni? Quali? Pensi che il progetto sia servito a capire te stesso? Cosa? Quali attività ti hanno maggiormente interessato? (Per lo più: Ascoltare, il gioco). Quali attività modificheresti? Portiamo avanti il progetto anche l’anno prossimo?
Documentazione: stesura di un diario di bordo volta per volta, cartelloni.
Questa la “swot analysis” del progetto: