2 novembre: De Profundis anche per l’equo compenso?
Già la giornata fa indulgere a pensieri funerei, sebbene da tempo eviti debitamente i cimiteri in queste ricorrenze che riversano nei camposanti schiere di persone vocianti che trasformano i vialetti silenziosi ed austeri in piazze dalla caciara insopportabile, ma la lettura e la riflessione sul post neppure tanto ironico del collega Giulio Volontè sul suo blog (Appunti confusi, che non so perché il mio WordPress oggi non mi fa taggare) non può che convincermi a visitare anzitempo il tumulo dell’equo compenso, che si prepara con grande raffinatezza.
Giulio, mio “eroico” vicino di poltrona nella due-giorni di Firenze, con semplicità disarmante presenta una invidiabile capacità di preveggenza che è logica conseguenza dei dati reali della situazione che da mesi andiamo denunciando un po’ tutti (chi realmente allarmato, chi forse solo come pretesto per affermare in seguito “Io c’ero”): mentre io insisto stupito sul mancato rispetto dello spirito e della lettera della legge sull’equo compenso, lui, forse più realisticamente, mette l’accento sul fatto che il provvedimento è ormai già depotenziato.
Come dargli torto? Questo il ragionamento di Giulio:
E’ passato un anno senza che la Commissione producesse nulla.
In mancanza della definizione del parametro che ci indichi l’ Equo Compenso ed in assenza dell’elenco delle testate virtuose, gli editori possono dichiarare scampato il pericolo per il 2013.
A metà del 2014, quindi, potranno legittimamente richiedere i contributi per l’editoria riferiti all’anno 2013.
Se i parametri fossero approvati nel 2014, la Commissione dovrebbe poi stilare la lista delle testate virtuose, sulla base di cosa? Autocertificazioni degli editori?
Visti i ritmi che il presidente della Commissione, il sottosegretario Giovanni Legnini, riesce ad imporre alla Commissione stessa e visto il poco interesse del Sindacato UNICO, FNSI, a far arrabbiare gli editori, soprattutto in fase di discussione del CCNL, non mi parrebbe strano se questo elenco dei virtuosi venisse ultimato solo dopo il mese di giugno 2014.Considerando che la legge prevede che “la mancata iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 2 per un periodo superiore a sei mesi comporta la decadenza dal contributo pubblico”, gli editori avrebbero sfangato anche il 2014. Infatti, qualsiasi elenco stilato dopo il mese di giugno non produrrebbe, per conclamata mancanza di un numero sufficiente di mesi, alcun “assente” dall’elenco per un periodo superiore ai 6 mesi.
Dunque, nel 2015, tutte le testate, virtuose o meno, potranno accedere ai contributi relativi al 2014.
La legge recupererebbe la sua eventuale efficacia solo in riferimento ai contributi relativi all’anno solare 2015, contributi che andranno richiesti nel 2016 quando la commissione che “dura in carica tre anni” – 2013, 2014, 2015 – non esisterà più…
Come segnalato anche in fase di riscrittura della legge, è proprio quello strano termine dei tre anni che rende il provvedimento sostanzialmente inutile e Giulio lo fa capire alla perfezione. Insomma, le manovre dilatorie, che furono battute in sede parlamentare stanno conseguendo il loro risultato in sede governativa: quanto ci scommettiamo che l’unica data che verrà rispettata alla lettera sarà proprio quella della durata massima della commissione?
Allora mi porto avanti anch’io con il lavoro ed inizio ad intonare il “De Profundis” all’equo compenso sin da ora, approfittando del 2 novembre. Mi spiace solo che “sacerdote” di questo threnos debba essere il conterraneo sottosegretario Giovanni Legnini.
Da bravo Cassandro, mi permetto di vaticinare la premorienza della categoria giornalistica sull’equo compenso. Ahinoi…
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