Gli improbabili incroci della storia a Crecchio: il secondo pezzo di “Transumanze”
Nonostante le giornate incasinate (se tutto va bene tra due giorni mi libero e torno finalmente a pieno servizio), sono riuscito a “partorire” il secondo numero del blog di storie, viaggi e tradizioni abruzzesi che tengo per Intercity Magazine, “Transumanze”.
Il racconto di oggi attraversa i secoli ed ha come protagonista un paesino non molto distante da casa mia, Crecchio, dove sembra che per due volte la storia si sia “divertita” a passare e che sarà protagonista di un evento culinario-culturale a fine settimana.
Ecco, in anteprima, il mio pezzo:
Crecchio: gli improbabili incroci della storia dal medioevo al giorni nostri
La storia spesso la si incrocia in luoghi improbabili o in località in cui difficilmente si può credere che hanno fatto da sfondo a importanti eventi: in Abruzzo ne abbiamo diversi e spesso sono poco conosciuti, finquando almeno qualche benemerita associazione locale non fa emergere queste piccole e grandi storie attraverso un evento, una rievocazione, una sagra. È questo il caso di Crecchio, piccolo paese adagiato sulle colline teatine sul cui territorio, nell’Alto Medioevo prima e nei giorni tragici della Seconda Guerra Mondiale poi, si sono incrociate le trame della storia e tutte hanno avuto nel castello normanno, oggi perfettamente restaurato, il loro epicentro.
Andando a ritroso nel tempo, ci si imbatte prima nelle giornate calde, non solo per il clima, del settembre del 1943, quando all’indomani dell’armistizio con gli Alleati, l’intero Governo italiano e il re Vittorio Emanuele III con la famiglia fuggono da Roma: la destinazione è Brindisi, nel Sud Italia liberato già dagli Anglo-Americani, ma la tappa dei reali è proprio il castello di Crecchio, dove il Re passa la notte (agitata) tra il 9 e il 10 settembre, ospite dei duchi di Bovino, titolari del maniero, prima di raggiungere Ortona per imbarcarsi versola Puglia, ultimo atto di viltà che alienò per sempre le simpatie di Casa Savoia agli Italiani.
Ma secoli prima Crecchio si era già trovata al centro di un’altra contesa, questa un po’ più difficile da conoscere, in considerazione della scarsa attenzione per la storia altomedievale specie nel nostro territorio: nel momento in cui, tra il VII e l’VIII secolola Penisolaveniva invasa dai Longobardi che sfidarono l’autorità imperiale dei Bizantini su richiesta dei Papi di Roma, proprio in questo lembo d’Italia passava il confine tra i due domini. Così se Fara Filiorum Petri e Fara San Martino mantengono nel nome una impronta chiaramente longobarda (la “fara” era l’unità politico-militare fondamentale della società dei Longobardi), Crecchio mantenne il dominio bizantino, tant’è che in località Vassarella è stata rinvenuta una villa di chiare origini orientali: una scoperta cui nel corso degli anni si sono aggiunte diverse altre testimonianze della presenza bizantina in zona, tanto che il castello del paese, oggi proprietà demaniale, sia diventato museo dell’Abruzzo bizantino e altomedievale, con tante curiosità da scoprirvi.
Il momento migliore per andare alla ricerca delle radici bizantine dell’Abruzzo è proprio in luglio: l’ultimo finesettimana del mese, infatti, da nove anni, le associazioni culturali, civili, religiose, di volontariato di Crecchio fanno tornare indietro l’orologio della storia, ripiombando il borgo antico nell’VIII secolo. Sono i giorni di “A cena con i Bizantini” (quest’anno dal 26 al 28 luglio), che è pensato come un percorso culturale ed enogastronomico all’ombra dell’imponente castello e per le vie e le piazze rustiche. I visitatori potranno gustare le pietanze preparate secondo le usanze bizantine, allestite presso appositi stand situati nelle maggiori piazze di Crecchio; i partecipanti potranno poi assistere al corteo storico che celebra le gesta del comes (il conte nella gerarchia bizantina) Vitaliano, di ritorno dalla battaglia di Aternum (Pescara) contro i Longobardi; poi sfilate e rievocazioni storiche, antichi mestieri, giullari e menestrelli, esibizioni teatrali di strada e l’occasione di visitare il castello con il suo museo accompagnati da guide turistiche.
Quest’anno poi, l’edizione si arricchisce di un concorso tutto particolare, “Una Sposa per l’Imperatore”, riservato alle sole donne di età compresa tra i 18 ed i 36 anni con in palio un week-end per due persone nell’antica Costantinopoli, oggi Istanbul. Una delegazione imperiale proveniente da Ravenna (allora sede della porzione italiana dell’Impero romano d’Oriente) cercherà fra le ospiti della manifestazione “la sposa imperiale” da inviare a Costantinopoli nell’osservanza dei rigidi canoni dettati dal protocollo bizantino. Il concorso si articolerà in due fasi: le “qualificazioni”, che vedranno due vincitrici ogni serata, e la proclamazione della “prescelta”, che sarà la vincitrice assoluta del viaggio, nella serata conclusiva.