Il nuovo sottosegretario all’Editoria? Abruzzese, anzi teatino, e parteciperà sabato 4 maggio all’incontro di Cinqueuronetti
Quando si dice il caso… o meglio, la fortuna! Dopo mesi e mesi a strigliare il sottosegretario all’Editoria del Governo Monti, Paolo Peluffo, giornalista anch’egli, per dare seguito all’equo compenso, chi mi ritrovo come sottosegretario all’Editoria nel nuovo Governo Letta? Giovanni Legnini, già sindaco di Roccamontepiano, ad una ventina di chilometri dal mio paese, già presidente del Consiglio comunale di Chieti, ai tempi in cui mi occupavo assiduamente della politica teatina, già senatore ed apprezzato relatore di minoranza di tutte le ultime Finanziarie del Governo Berlusconi IV, oggi deputato.
Ma le fortune non finiscono qui: sarà proprio Giovanni Legnini a rappresentare gli eletti abruzzesi in Parlameno del PD al confronto dibattito che si terrà sabato 4 maggio alla Sala dei Marmi sul tema “Cortocircuito – Politica ed informazione: equilibri precari”, organizzato da Cinqueuronetti, la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese di cui faccio orgogliosamente parte fin dalla sua fondazione. E non credo che l’on. Legnini diserti un incontro del genere dopo averlo confermato, salvo ovviamente imprescindibili necessità governative.
Insomma… un’occasione unica per iniziare da subito a discutere con lui, che conosco da più di un decennio, di tutte quegli argomenti che pongo all’attenzione dalle colonne di questo blog, insieme a tutti i colleghi precari di tutta Italia, a partire dai giorni della Carta di Firenze e passando per la dura battaglia sull’equo compenso giornalistico che se ora è legge, deve ancora essere pienamente attuato con i lavori della commissione che gli editori stanno boicottando e che l’ex sottosegretario Peluffo ha lasciato decantare un po’ troppo, dopo un inizio promettente.
Giovanni Legnini sarà come Paolo Peluffo? Non credo. Posso ben immaginare tutte le pressioni che un qualsiasi sottosegretario all’Editoria deve sopportare, ma ho visto spesso l’on. Legnini insistere su argomenti che lui riteneva validi e giusti anche al di là di tutte le convenienze e per lo più spuntarla. Certo, siamo sempre stati su posizioni diverse ma mai contrapposti irrimediabilmente. E poi, siamo abruzzesi: capa tosta, cuore gentile, giovialità circospetta, infaticabili lavoratori. Spero vivamente che si potrà ben lavorare anche per risolvere i problemi del precariato giornalistico cui occorre ben di più del semplice equo compenso, come anche diremo chiaramente sabato all’incontro di Pescara, dove attendiamo fin da ora il nuovo sottosegretario “nostro”: nostro perché si dovrà occupare di noi e nostro perché conterraneo.
Per ora a lui va il triplo beneficio della simpatia, della speranza e della reciproca conoscenza: vediamo se nel suo lavoro di sottosegretario saprà lavorare almeno più celermente del suo predecessore.