Niente più manovre dilatorie: la commissione sull’equo compenso può andare avanti anche senza gli editori
Una vittoria su tutta la linea, anche più netta di quella che era apparsa in un primo momento dopo l’annuncio del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino: il Dipartimento legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emesso un parere tranchant sulla richiesta degli editori di avere ben nove rappresentanti nella commissione che deve stabilire l’entità dell’equo compenso.
Non sono più ammesse manovre dilatorie: la commissione infatti può partire anche senza gli editori, che dunque non hanno più alcun potere di veto sui lavori.
Un grandissimo risultato che merita di essere festeggiato per la nettezza con cui è stata ribadita la natura della commissione e la necessità che si giunga, nei termini di legge (che teoricamente scadrebbero il 18 aprile), ad una definizione del lavoro assegnato dal provvedimento ad essa.
Non si dà luogo, dunque, ad interpretazioni fuorvianti dell’articolato di legge: la composizione numerica della commissione è stabilita precisamente e senza possibilità di incertezze ed essa può riunirsi anche senza il plenum dei suoi componenti.
Così il sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, ha potuto scrivere una circostanziata lettera alla Fieg e agli altri rappresentanti degli editori per invitarli ad indicare un unico componente “in vista della prossima riunione che sarà convocata a breve”.
Insomma, pare finalmente che ci siano tutte le condizioni per fare presto e bene: non sarà un regalo per Pasqua, ma almeno speriamo per la festa del Lavoratori, sarebbe un bel segno!