Oggi l’equo compenso entra ufficialmente in vigore… si rispetteranno i tempi dettati dalla legge?
Dopo tanta attesa ed un quasi snervante conto alla rovescia, oggi entra in vigore ufficialmente la legge sull’equo compenso giornalistico, uno dei risultati più eclatanti del “popolo di Firenze”, che ha compiuto un’opera di grande pressione psicologica, e non solo, sul Parlamento affinché fosse sancito un principio forse elementare, ma quasi universalmente disatteso.
Eppure, l’opera di vigilanza e di pressione non è ancora finita: per essere davvero applicata, infatti, la legge ha bisogno del lavoro della commissione, prevista dall’articolato stesso, che dovrà stabilire quale sia la misura dell’equo compenso.
Da oggi, ci sono 30 giorni per indicare i nomi dei componenti della commissione: tocca un rappresentante ciascuno a: Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Ordine dei giornalisti (già indicato: è il presidente Enzo Iacopino), Fnsi, Fieg, Inpgi. In tutto, dunque, sono tre i giornalisti che potrebbero sedere nell’organismo, in minoranza rispetto ai non colleghi e speriamo che almeno i nostri organismi (Fnsi e Inpgi) siano solleciti come l’Ordine nell’indicazione del nome. Non mi faccio illusioni sulle altre componenti, in particolare quella degli editori, che in ogni modo hanno tentato di bloccare l’approvazione della legge.
Tuttavia, seguendo il consiglio di Iacopino, sarebbe bene tornare a “bombardare” Palazzo Chigi di mail e tweet per chiedere di non far trascorrere un giorno in più rispetto a quelli previsti dalla legge per la composizione della commissione. Anche perché, una volta insediati, i sette commissari hanno 60 giorni di tempo per indicare l’entità dell’equo compenso, e qui c’è il secondo nodo essenziale di questo 2013: quale sarà la base dell’equità retributiva? La commissione, in maggioranza formata da non giornalisti, riuscirà a capire il dramma di chi guadagna anche 1,50 euro a pezzo? Gran parte del compito sarà demandato proprio ai colleghi presenti in commissione. Personalmente, conto molto su Enzo Iacopino, che non a caso già da diverse settimane chiede, in forma anonima, a tutti i colleghi precari di indicargli le proprie condizioni retributive: dati alla mano, sarà difficile per chiunque, editori compresi, negare una triste realtà.
Insomma, gli esami non finiscono mai… ma noi siamo pronti a tutto: ormai lo strumento è pronto, va solo reso esecutivo.