1177 a.C.: un anno che ha cambiato la storia del bacino del Mediterraneo

Era dai tempi del liceo che mi era rimasto sempre nebuloso il concetto di “Medioevo Ellenico”, quel periodo che va dalla fine (presunta) della (presunta) Guerra di Troia, con il collasso della civiltà micenea, alla ripresa dell’VIII secolo, quando ricompaiono i testi letterari e inizia la storia della Letteratura Greca… finalmente con questa lettura, appena terminata, non solo mi si è accesa la luce su come si arrivò al “buio” dei secoli XI, X, IX a.C., ma ho potuto conoscere con un certo grado di meraviglia (poiché mai scritto sui nostri testi di storia) la dinamicità della “Tarda Età del Bronzo” (dal 1500 al 1200 a.C.) che presenta un grado di globalizzazione e di interazione politica molto simile al nostro.
Anche l’autore avverte tra le righe che quanto capitò in quel fatale XII secolo a.C. potrebbe riproporsi pari pari oggi. Del resto, allora, nel breve volgere di una cinquantina d’anni ci furono:
– Terremoti e sconvolgimenti meteorologici
– Una prolungata siccità
– Spostamenti migratori massicci
– Invasioni di popoli estranei alla civiltà mediterranea (i cosiddetti “Popoli del Mare”)
– Crisi del commercio internazionale
– Fine delle principali alleanze politiche che avevano retto i regni del Mediterraneo e del Vicino Oriente per 300 anni
(il tutto documentato da centinaia di tavolette d’argilla che contengono lettere tra i sovrani e i ministri del tempo).
Che per caso tutto questo ci ricorda qualcosa?
“La storia non si ripete, ma fa rima con sé stessa” (Mark Twain, citato alla fine del libro).

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