Seconda puntata di “Leopardi – Il poeta dell’Infinito”: un po’ troppo romanzato

Non mi stupisco che la seconda puntata di “Giacomo Leopardi – Il poeta dell’Infinito” sia stata quella più romanzata, insistendo non poco sul presunto (e inesistente anche nella realtà in tutti i suoi tre vertici) “triangolo amoroso” con al centro Fanny Targioni Tozzetti, che sì, nella realtà preferì Antonio Ranieri ma fu una storiella senza costrutto e passeggera (come tutte quelle della nobildonna). Anzi, Giacomo e Fanny continuarono a scriversi saltuariamente e sempre con toni amichevoli (mentre una lettera certa di Fanny ad Antonio fu scritta proprio per commemorare la morte di Leopardi).
Tuttavia, ancora una volta questa fiction coglie profondamente l’animo leopardiano negli ultimi anni, disperato per amore, ma sempre più convinto che fosse proprio l’unione tra gli esseri umani a rendere la vita degna di essere vissuta. Inoltre, evidenzia ancora di più il sentimento puro e leale di Antonio Ranieri che gli fu accanto fino alla fine, mettendo in campo il suo patrimonio, la sua casa, la sua famiglia.
Vado a dormire anche oggi soddisfatto, anche se meno “pieno” di ieri: in complesso questa fiction di Sergio Rubini è da promuovere, specie per l’intento – riuscitissimo – di avvicinare lo spirito di Giacomo Leopardi agli spettatori di oggi.

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