Gaja Cenciarelli racconta l’insegnante che non si ferma a fare lezioni e a dare i compiti
Un altro libro letteralmente divorato e ancora una volta di ambientazione scolastica: Gaja Cenciarelli regala un affresco di periferia, che solo apparentemente potrebbe essere considerato esagerato, ma che spesso è tragicamente reale, in considerazione anche delle ultime righe dei ringraziamenti che fanno trapelare l’esistenza concreta degli alunni “difficili” descritti nel testo. Ma stavolta i protagonisti non sono gli studenti ma l’insegnante che, di fronte ad ogni classe deve prendere una decisione, la 10a) o la 10b), poste però tutte le premesse che l’autrice mette ad apertura di libro.
La prof del libro accetta il rischio della 10b) ed io la capisco senza se e senza ma, visto che da dieci anni tento disperatamente di seguire la 10a) ma sono assolutamente portato dalla mia natura a “prenderla sul personale e… “. In quella “e…” con tanto di puntini non di sospensione, ma pieni di tutto ciò che la vita degli alunni trasmette alla mia vita di prof, c’è tutto il mio hashtag #insegnareèilmestierepiùbellodelmondo . Noi – perché ce ne sono davvero tanti – siamo quelli della “e…”, che ci chiediamo ogni giorno, pur indossando a volte la maschera dell’imperturbabilità, se siamo davvero dei falliti perché non sappiamo semplicemente “entrare in classe, spiegare la lezione, assegnare i compiti, tornare a casa”.
Probabilmente arriverò alla pensione (se mai arriverà) senza aver risolto questo dilemma.
Libro da leggere, almeno per chi vuole capire “come” insegno io (e svariate migliaia di colleghi).