Le Metamorfosi di Ovidio narrate da Pierluigi Di Clemente: un altro nuovo progetto che promette bene
Non è semplice rapire l’uditorio con un argomento ostico come la cosmogonia che apre il primo libro delle Metamorfosi di Ovidio: non è come narrare, come pure Pierluigi Di Clemente ha fatto, i tormenti di Catullo o i versi immortali di Leopardi, per tacere ovviamente di ItineDante. Eppure, stasera a Chieti, il primo passo di quello che è stato annunciato come un percorso sul capolavoro del poeta latino di Sulmona, è andato oltre il semplice ripasso del primo libro (tra l’altro, la chiosa è stata sublime, con il mito di Apollo e Dafne), ma ha parlato un po’ di tutti noi, genere umano, che abbiamo costruito miti immortali per raccontare storie mai avvenute ma sempre attuali, che raccontano profondamente dell’animo umano e che sono sovrapponibili in tutte le culture del mondo (il caos, la creazione, il diluvio universale, il serpente…). In questo Ovidio, realizzando la prima vera enciclopedia di mitologia classica, ha sistemato una sapienza universale dandole veste poetica. La serata di oggi, presso il tempio di Santa Maria del Tricalle, scenario affascinante, ha fatto rinascere il gusto per un autore spesso accantonato nel percorso scolastico, relegato in un cantuccio poco stimolante della letteratura latina, anche se è stato un gigante ai suoi tempi, una vera pop-star della Roma di I secolo, brillata fulgidamente e poi costretta a spegnersi per l’esilio decretato da Augusto nella sperduta Tomi, da cui non rientrerà mai più. Aspetto con ansia le altre puntate di questo nuovo progetto che ha visto coinvolti il Club per l’Unesco di Chieti e Il Giardino Delle Pubbliche Letture.