Uno straordinario Enrico Galiano racconta la scuola e non solo: Una vita non basta, libro straordinario!
432 pagine in tre giorni, che potevano anche essere di meno, se non ci fossero stati gli impegni: non venivo “preso” così tanto da una storia su un libro da parecchio e “Una vita non basta” di Enrico Galiano, comprato alla Fiera del Libro di Torino per puro intuito e solo affidandomi alla fascetta pubblicitaria e al suo contenuto, mi ha catapultato rapidamente in un mondo che è parallelo e sovrapponibile al mio, quello dei ragazzi tra i banchi di scuola e del mestiere profondo degli insegnanti.
La vicenda che si dipana, capitolo dopo capitolo, lezione dopo lezione, è avvincente, ben scritta, raramente prevedibile (questa è una grande qualità per un romanzo), con riflessioni profonde, ma molto “alla mano”. L’idea di fare delle “mini-lezioni” di zoologia applicata alla vita (e di realizzarvi un mini-librettino all’interno del libro stesso) è curiosissima e appare all’inizio pretestuosa, ma poi si comprende bene il motivo e soprattutto il legame tra il testo, i personaggi e quelle lezioncine.
Teo è il classico adolescente che si vede in classe, apparentemente privo di ogni interesse, ma in realtà pieno di domande, Peach è l’amica che tutti vorrebbero, Sofia il sogno irraggiungibile di tutti, Edoardo/Frodo il “fighetto” che non manca mai, il padre è il classico padre assente e chiuso, la madre è quella che crede che ci si “occupi” dei figli e basta: sono personaggi “tipici”, ma che qui risultato originali ed unici, nonostante la loro caratterizzazione. Così come le figure “di contorno”, che invece diventano essenziali quando la storia si avvia al suo disvelamento. Su tutti, la figura del professor Bove, che insegna, davvero, facendo comprendere che i contenuti servono per trarre fuori molto di sé stessi. Non è un simpaticone regalavoti o un indolente parlatore a vuoto, è un “maestro”, nel senso più nobile della parola. Maestro perché testimone, in prima persona di quanto insegna.
“Il mondo – diceva San Paolo VI – non ha bisogno di maestri, ma di testimoni”.
Direi io di maestri testimoni e testimoni capaci di essere maestri!
Consigliatissimo!