Mazzi di fiori, bottiglie di spumante all’uscita dalla maturità: perché? Una riflessione in linea con le Settimane Sociali

Una riflessione sempre attuale per il mondo della scuola, per i genitori che vogliono solo strade spianate per i figli, per i ragazzi poco attrezzati ai fallimenti ma non solo, anche ad un semplice imprevisto! Qui a Trieste per le Settimane Sociali dei Cattolici in Italia io sono nel gruppo di lavoro “Scuola e Formazione” e sono state tante stamattina le voci di chi auspica un accompagnamento più stretto per gli adolescenti e i giovanissimi incapaci di reagire alle sconfitte…

L’ha scritta Filippo Caccamo, collega che da alcuni anni gira l’Italia mettendo in scena la vita dei docenti, nei suoi aspetti divertenti ma con tanti dubbi pensosi. Questo il suo pensiero:

Il tema dei mazzi di fiori, rose, e feste enormi per l’esame di maturità è solo la punta dell’iceberg di un processo.

Un processo iniziato con “non si possono dare note, non si può bocciare, non si può usare la penna rossa, non si può sgridare”.

Si deve sempre premiare, sempre. Anche quando da premiare non c’è nulla. Si deve far credere ai ragazzi che il mondo reale è proprio fatto così.

Che all’università il professore ti capirà, sul lavoro il capo ti coccolerà, nessuno userà mai la penna rossa, anzi, al tuo minimo successo lavorativo premi e promozioni saranno lì, pronti per te.

La scuola, tanto colpevole quanto innocente, ha concesso il via libera a questo processo.

E i mazzi di fiori, per un orale preparato a metà, sono solo la punta dell’iceberg.

Auguri.

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