Dopo l’esperimento estivo con Leopardi, Oltre ItineDante fa centro con Catullo
Ormai non è più un esperimento ma una solida realtà: anche stasera Pierluigi Di Clemente ha incantato con Oltre ItineDante: dopo la splendida serata estiva al Palazzo d’Avalos di Vasto dedicata a Giacomo Leopardi, stasera la sala dei frontoni del museo della Civitella di Chieti ha ospitato, grazie al Club per l’Unesco di Chieti e Il Giardino Delle Pubbliche Letture, un vibrante viaggio nei Carmi di Gaio Valerio Catullo, il più moderno poeta latino (e – per inciso – il mio preferito di tutta l’antichità), nella cui storia d’amore migliaia e migliaia di cuori in 21 secoli si sono rispecchiati. La formula della serata, che era partita con 60 sedie beneauguranti ma che è terminata con il doppio delle sedute necessarie ma insufficienti a far accomodare tutti, non viene modificata e funziona alla perfezione, grazie al violino di Tommaso D’Onofrio e alla letture in italiano delle poesie di Cinzia Di Vincenzo.
Vibra la voce di Pierluigi mentre declama (in un latino metrico che da solo avvolge l’ascoltatore con un nugolo di sensazioni uditive, quelle stesse che il poeta veronese voleva evocare) i punti nodali della vicenda catulliana, si incrina nella spiegazione della parabola di un amore travolgente ma in sé destinato alla fine, tragica e attesa, vista la diversità dei presupposti dei due amanti, travolge al culmine dell’Odi et Amo, ma poi diverte sulle note dell’amicizia e della simpatica sfuriata nei confronti dei teatino doc Asinio Marrucino, colpevole di furto di tovaglioli.
Due ore di pura poesia che si trasfonde nell’animo di un pubblico rapito e attento, che attende ora il dispiegarsi di un progetto che da Dante non smette di stupire e di attirare verso la potenza della parola poetica, che rimane eterna nei secoli anche di fronte all’avanzare della prosaica piattezza del linguaggio multimediale.