Alessandro Haber mette in scena un’Antigone… tutta parlata ad Alba Fucens
Il potere delle parole. Ieri sera, nello splendido scenario dell’anfiteatro romano di Alba Fucens, Alessandro Haber ha dato vita ad una Antigone … recitativa, dove la sola parola era la protagonista. Non la scenografia, assente del tutto. Non i costumi, inesistenti. Non il movimento degli attori, fissi davanti ai loro leggii. La sola parola, nuda, cruda, essenziale, che ha rievocato il dramma di due visioni della vita e del potere diametralmente opposte: le leggi degli uomini vs. le leggi degli dei.
A chi è meglio obbedire? Sofocle mette in bocca ad Antigone la riflessione dei primi martiri della fede “È meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”, ma Creonte non ha, come i cristiani, la possibilità di redimersi e la scarna parola di una scarna e potente pièce teatrale ha chiuso ancor più drammaticamente dell’originale la storia con un re di Tebe abbattuto e incapace di andare avanti. Se non fosse stato per il freddo pungente misto a vento gelido, avrei invocato mille bis per alcuni dei passaggi più drammatici, chiedendo di leggere le parti colpevolmente saltate del capolavoro sofocleo.
Peccato poi che c’è stata una incomprensibile ed inutile seconda parte, uno spettacolo nello spettacolo con Haber mattatore a cantare stornelli e poesie e allungare il brodo per giungere alle 23: come rovinare una serata che aveva il suo perché. Alla fine, tuttavia, meglio esserci stato che aver deciso di rinunciare!