In tanti si lamentano – e giustamente – che in questi giorni di campagna elettorale non si parli di programma ma si facciano solo polemiche sterili, mentre sono molti i problemi che preoccupano tutti noi.
Ebbene, “Noi moderati” si tira fuori dal chiacchiericcio politico e dalle contese mediatiche per proporre un programma fatto di pochi e qualificanti punti, che i nostri eletti porteranno sul tavolo della coalizione per poter dar spazio alle nostre peculiarità. In questi giorni di campagna elettorale, resenterò tutti i temi programmatici che sono alla base della nostra proposta. Il mio intento e quello dei candidati della nostra lista è far pesare al tavolo della coalizione di centrodestra una impostazione moderata, europeista, liberaldemocratica dell’azione del futuro Governo, costituendo un argine per gli estremismi, da qualsiasi parte essi provengano.
Il prossimo 25 settembre si vota per il Governo nazionale, il prossimo 25 settembre si vota per una scelta di campo, così come la legge elettorale, voluta dal PD nel 2018 per “bloccare” l’ascesa del Movimento 5 Stelle, quindi gli elettori non possono esimersi dall’indicare un orientamento generale, eppure il senso della quota proporzionale, nella quale io sono candidato, è quello di dare più peso ad alcune istanze rispetto ad altre.
Per questo non esito a dire che questo voto è il più importante, quello in cui gli elettori possono determinare, all’interno di una coalizione, i temi ai quali essi danno più peso. Dare la propria preferenza a “Noi Moderati” significa far diventare più forti i valori sociali, europeisti e liberaldemocratici del centrismo.
Non ci impicchiamo ai sondaggi, che fotografano solo il momento presente, io so (e noi moderati sappiamo) che la campagna elettorale serve proprio a questo: per orientare l’elettorato, spostare i consensi. Nessuna lista è spacciata a prescindere, ogni voto “serve” per rafforzare un’idea di Italia che ciascuno ha: come dicevo ieri nel mio video di presentazione, l’oceano si crea goccia dopo goccia.
Dire a prescindere che una lista o un candidato non hanno possibilità significa esprimere un latente disprezzo per la volontà popolare che nelle urne è sovrana e può ribaltare ogni sondaggio. Io so bene che il mio lavoro in questo mese sarà difficile, ma sono consapevole che, all’interno di una coalizione che mi dà più sicurezza di rappresentare le mie posizione, rispetto alle altre presenti e in particolare alla sinistra (che difficilmente posso chiamare “centrosinistra”, visti alcuni punti di programma a volte sconcertanti sbandierati da Enrico Letta), io rappresento non solo alcuni valori e alcune scelte programmatiche che presenterò in questi giorni, ma anche un territorio, che ha come epicentro la mia Miglianico, ma che si estende a tutta la regione. L’esserci ed avere forza elettorale, a prescindere dall’essere poi effettivamente eletti, si tradurrà in una presenza per cinque anni lì dove le decisioni si prenderanno.
Ogni voto è voto “utile”, ogni voto è segno di un orientamento, di una fiducia che si concede alla persona in primo luogo e alla formazione politica in seconda battuta. Dire il contrario è disprezzare la democrazia e disprezzare la Costituzione nei fatti, anche se si proclama rispetto formale verso di esse.
Questa campagna elettorale è per me questo: testimonianza e servizio. Testimonianza di valori e di impegni. Servizio al mio territorio. A prescindere da quello che poi sarà il risultato.