Il debate e la sua importanza a scuola, specie tra elementari e medie: un nuovo libro della collega Angela Di Bono
Ho scoperto da circa un anno e mezzo il debate, grazie alle sperimentazioni che si conducono nel mio Istituto Comprensivo di Bucchianico, in particolare dalla collega Maria Rosaria Lizza, che si occupa da tempo di Inclusione, e dalla psicologa Rita Lorito, che ha condotto nella mia classe dell’anno scorso un interessante e proficuo ciclo di debate sul riconoscimento delle emozioni. Ho potuto quindi vedere “sul campo” i benefici di un metodo che riproduce un dibattito regolamentato, con ruoli ben definiti all’interno della classe, attorno ad un argomento ben circoscritto: rispetto dei ruoli, consapevolezza dell’importanza dell’opinione altrui, immedesimazione, interventi motivati e osservazioni moderate.
Ho conosciuto poi la collega Angela Di Bono, che è referente regionale della rete DebateItalia, tiene corsi in tutta Italia su questa modalità, e la mia stima per questa metodologia è cresciuta a dismisura. Da poco è uscito un agile testo, proprio della collega Di Bono, per i tipi della casa editrice Loescher, che individua i punti di forza del debate e discute sulla sua importanza nella scuola del primo ciclo (elementari e medie), con una linearità di pensiero solida e una convincente serie di esempi tratti dalla sua esperienza personale.
Questa è la presentazione ufficiale del testo, che rende ragione della sua validità:
Il dialogo democratico, l’ascolto e il rispetto del punto di vista altrui, la strutturazione di un discorso logico, cioè l’argomentare le proprie tesi, risultano abilità sempre meno praticate nella realtà contemporanea. Al contrario, gli slogan urlati, l’attacco ad personam, la mistificazione dei fatti e il fascino del pensiero unico influenzano quotidianamente l’opinione pubblica, soprattutto i nostri ragazzi. Il debate, o dibattito regolamentato, da alcuni anni si sta diffondendo in Italia nelle scuole di ogni ordine e grado, grazie all’impegno della rete DebateItalia, dell’INDIRE e delle reti regionali.
Il successo e le aspettative di docenti e ragazzi sono testimoniati dalla crescente partecipazione alle Olimpiadi nazionali e alle gare che si svolgono a livello locale; pertanto è sembrato utile documentare l’uso della metodologia nella scuola del primo ciclo, dove il protocollo WSD è stato declinato in attività specifiche e si sono utilizzati criteri di valutazione adeguati ai traguardi degli alunni.
Qual è il contributo di questa innovazione all’interno della progettazione curricolare? Qual è il valore pedagogico e didattico nei vari segmenti d’istruzione? E infine: è possibile strutturare un continuum progettuale sulla competenza argomentativa?
Il testo risponde a queste e ad altre domande: attraverso i presupposti teorici del debate, ma anche con il supporto dell’esperienza di un Istituto comprensivo, incentrata sulla formazione peer to peer di docenti e alunni; il percorso ha trasformato l’innovazione in prassi consolidata e diffuso il know how nella scuola.
Il testo, inoltre, guida alla ricerca e selezione di fonti attendibili fin dalla scuola primaria, per sviluppare il pensiero critico: unica possibile difesa dalle false verità.
Un libro che quindi si presta sia a riflessioni interessanti, sia a una sperimentazione pratica, ma utile in particolare a chi vuole avvicinarsi a questa modalità, che personalmente è servita molto a risolvere tensioni e soprattutto spiacevoli personalismi e egocentrismi particolarmente acuiti.