Combattere la cultura dello spreco: il mio intervento alla fiaccolata di San Francesco delle ACLI
Martedì 3 ottobre, vigilia della festa di San Francesco d’Assisi e giorno della celebrazione del Transito del Poverello patrono d’Italia, a Guardiagrele le Acli di Chieti e i Francescani della cittadina hanno organizzato una fiaccolata, denominata “Marcia per il creato”, che dalla chiesa dedicata al santo, dentro le mura, è arrivata al piccolo e grazioso convento cappuccino appena fuori la cinta guardiese.
A nome della Presidenza provinciale delle Acli, ho tenuto l’esortazione iniziale che ha avviato la fiaccolata e che ha tratteggiato alcune annotazioni tratte dal progetto dell’associazione teatina “Io non spreco”.
Questo il mio intervento:
Stiamo per avviare una marcia, cioè un “cammino insieme”, sotto l’egida di San Francesco e soprattutto uniti dalla finalità che il santo di Assisi ha sempre messo davanti a tutti: “per il creato”.
Non sembri strano questa sottolineatura: in un tempo in cui il virtuale ha preso il posto del reale e in cui sempre più è difficile trovare persone che abbiano una positiva relazione faccia-a-faccia, noi oggi abbiamo marciato assieme, fisicamente, unendo i nostri ideali, la nostra fede, le nostre convinzioni con una dimostrazione corale di presenza. La presenza! Quanto, nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali, conta questo importante vocabolo: presenza! Il papa, che non ha caso ha assunto proprio il nome del Poverello di Assisi e sempre non a caso dalla sua lirica più famosa, il Cantico delle Creatura, ha tratto l’incipit della sua enciclica sociale, “Laudato si’”, proprio in quel testo ci ammonisce sui rischi delle “emozioni artificiali” generate dalla comunicazione mediata su internet. (cfr. LS, 47). Avremmo potuto cavarcela con un “like” su Facebook, avremmo potuto chiedere ai rappresentanti provinciali delle Acli di preparare una bella diretta su You Tube per seguire la marcia e manifestare con la visione sul computer la nostra partecipazione, avremmo potuto scrivere roboanti frasi su Twitter o inondare i nostri amici di “meme” su WhatsApp e così credere di essere presenti, di aver testimoniato la nostra adesione, di aver compiuto questo bel cammino, comunque faticoso, quantunque in discesa. Ma non è così. Abbiamo scelto di camminare davvero, fianco a fianco dei nostri amici, dei nostri fratelli in Cristo, abbiamo rifiutato il rischio, come lo chiama il Papa, del “rumore dispersivo” che soffoca il pensare in profondità, l’amare con generosità, il vivere con sapienza (cfr. LS, 47).
Teniamo davvero a questo creato che San Francesco cantava quasi come cosa viva ed animata? Come “sorella Terra”, con la quale condividiamo l’esistenza (cfr. LS, 1)…
Il Papa così legge l’esperienza di Francesco d’Assisi nella sua enciclica: “è l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole, e di una ecologia integrale, vissuta con gioia ed autenticità” (LS, 10).
Ecco il cuore del messaggio, che vorrei semplicemente proporre questa sera: “ecologia integrale”. Parole belle, stanno così bene assieme, fanno anche “figo”, ma cosa significano?
Significano principalmente conversione del cuore e scelte responsabili e nette. Come stasera abbiamo deciso di testimoniare fisicamente il nostro attaccamento a questo creato sempre in pericolo, così nella vita di tutti i giorni dobbiamo improntare la nostra esistenza ad una vera “ecologia”, che è principalmente dire di no allo scarto, alla cultura dell’usa-e-getta, alla presunzione che si possa fare qualsiasi cosa al nostro pianeta purché si abbia il denaro per permetterselo. Il Papa ha richiamato fortemente i cristiani e gli uomini di buona volontà a rifiutare nettamente questo modo di pensare e di operare, tutta l’enciclica “Laudato si’” è un rimprovero continuo per tutti noi, visto che c’è il concreto rischio che la cultura dello scarto, dopo che alle cose, sia riservata anche alle persone, a quelle che ormai “non servono”: malati, anziani, invalidi, bambini, pensionati.
Per questo anche le Acli di Chieti hanno impegnato tutta la propria capacità progettuale per affermare con perentorietà “Io non spreco”, con un grande impegno che è passato per la riflessione, la realizzazione di un video molto semplice ma molto apprezzato, con piccoli ma importanti messaggi e che ora sarà il portabandiera di una capillare diffusione, circolo per circolo, persona per persona, perché noi crediamo ancora al faccia-a-faccia, al creare relazioni di vera fratellanza, alla condivisione quotidiana e concreta, pur riconoscendo l’importanza e la forza delle nuove forme di comunicazione.
Allora stasera da Guardiagrele, tutti insieme daremo un segno, concreto e tangibile, certo piccolo, ma – ci ricorda il Vangelo – anche il seme di senapa è il più piccolo dei semi nel creato, eppure, piantato, germoglia come albero carico di fronde, di foglie e di frutti e sui suoi rami nidificano gli uccelli. Voglia il Signore concederci la capacità di essere un tale seme e la possibilità di vedere germogliare un tale albero!