Le associazioni, ricchezza indicata dalla Costituzione: il mio intervento di ieri al “Battesimo Civico”
Con grande piacere e non senza un pizzico di emozione, ieri pomeriggio sono stato invitato a parlare del ruolo dell’associazionismo nella Costituzione italiana nel corso del “Battesimo civico”, organizzato con felice tradizione dal Comune di Miglianico. Insieme al sindaco, Fabio Adezio, e alla senatrice Federica Chiavaroli abbiamo consegnato la carta costituzionale ai neodiciottenni del mio paese e l’amministrazione comunale ha riconosciuto una targa di benemerenza alle tante associazioni culturali, sociali, ricreative che ci sono a Miglianico e che hanno fatto uno splendido lavoro durante l’anno 2016, culminato nella serata “Un’amatriciana per Amatrice” che ha svelato le grandi potenzialità e il grande cuore dei miglianichesi.
Ricostruire il mio intervento, che come sempre si è svolto a braccio con uno stile un po’… personale, non è cosa semplice, per questo ho cercato di riordinare gli appunti che mi hanno accompagnato nel piccolo excursus che ho fatto tra gli articoli 2, 17, 18, 19, 20 e 21 della Costituzione.
L’associazionismo è una delle forme di organizzazione sociale che è fondamentale nella nostra Costituzione.
L’articolo 2 della carta costituzionale, quindi con un rilievo importantissimo, visto che è indicato subito dopo il primo articolo, che ormai tutti sappiamo a memoria,
mette in rapporto i diritti che hanno i cittadini, sia singolarmente sia nelle formazioni sociali (associazioni), con il dovere di solidarietà sociale.
Che significa solidarietà sociale?
Non si tratta di un generico richiamo a farsi carico di situazioni di bisogno, ma ha un orizzonte più ampio.
La Costituzione vuole che tutti, in particolar modo in forma associata – visto che l’unione fa la forza –, partecipino alla costruzione comune della società e soprattutto all’elevazione dell’intera comunità.
Ciò costituisce un forte ribaltamento del principio fascista – che curiosamente, ma neppure tanto per chi conosce un po’ di filosofia politica è lo stesso per il comunismo e il socialismo “ortodosso” – secondo cui è lo Stato a dover avere la preminenza in questo campo.
Con questa annotazione, la Costituzione introduce quell’altro principio (così frainteso e soprattutto così confuso con la solidarietà) che è il principio di sussidiarietà, che prescrive che lo Stato dia solo le linee guida in tutti quei campi in cui i cosiddetti corpi intermedi (famiglia, associazioni, partiti politici, enti locali…) possono operare.
Come si vede, la nostra Costituzione tutto è tranne che centralista come invece l’hanno dipinta negli ultimi vent’anni (ancor di meno lo è dopo le riforme costituzionali del 2001).
Nella nostra Costituzione la libertà di associarsi è comunque configurata come un diritto (articolo 18), tant’è che essa non ha bisogno di essere preventivamente autorizzata. Un diritto che deriva dall’articolo precedente, il 17, in cui si sancisce il diritto alla riunione pacifica, anche in pubblico, e che fa scaturire il diritto essenziale, quello dell’articolo 21, cioè il diritto alla libertà di parola.
Tra questi due diritti, curiosamente, ma neppure tanto se ci si pensa bene, ecco che la Costituzione inserisce agli articoli 19 e 20, i diritti religiosi: la professione libera della propria fede e la mancanza di limitazione alle organizzazioni religiose di qualunque natura.
È ovvia questa connessione: la religione, come le convinzioni politiche, filosofiche, morali, è espressione massima dell’essere umano.
Per tentare una conclusione che non devi dal tema assegnatomi, posso affermare che associandosi i cittadini esercitano il loro diritto fondamentale e anche – secondo una mia personale prospettiva – il loro dovere sociale, indicato (ma non imposto) dalla Costituzione.
Bene fa dunque l’amministrazione comunale ad esaltare con ogni mezzo questa dimensione sociale, soprattutto con la disponibilità ad accompagnare ed a promuovere, con agevolazioni e collaborazione sempre aperta, il lavoro delle associazioni locali, che davvero a Miglianico sono tante e ci rendono il bel paese che siamo.