Equo compenso: il gioco al rinvio… un finale atteso…
Ci informa il sempre puntuale Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ieri dopo un’estenuante attesa di mesi (tanto a chi interessa dei poveri giornalisti precari?) è tornata a – per così dire – riunirsi la commissione governativa sull’equo compenso, presieduta dal nuovo (oddio, nuovo per modo di dire, visto che ha giurato già diversi mesi fa) sottosegretario all’Editoria Luca Lotti.
Risultato della riunione? Ovviamente un rinvio. Mentre ci avviciniamo a metà della durata stabilita per legge della commissione stessa.
Ma quel che (non) stupisce è constatare che ancora una volta, pervicacemente, è chi dovrebbe tutelare gli interessi dei giornalisti, ossia il (cosiddetto) sindacato, a mettere i freni ad una definizione di un provvedimento che, limitato pur che sia, pone un punto fermo nel mare magnum del precariato giornalistico nelle sue più varie forme. Il tutto da una parte per non avere avuto la “primogenitura” di questa battaglia (una versione contemporanea ed adulta dei “picci” dei bambini), dall’altra per strappare agli editori benevolenza e compiacenza in vista del rinnovo del contratto, che dovrebbe essere agli sgoccioli.
E che cosa ti tira fuori dal cilindro la Fnsi? La previsione di un equo compenso da inserire nel contratto nazionale di lavoro.
Cosa che sinceramente non servirebbe: c’è una legge, occorre farla rispettare, altro che portare il suo contenuto in un contratto e quindi sottoporlo ad una contrattazione tra le parti. Imparassero, quelli del (cosiddetto) sindacato ed insieme a loro gli editori della Fieg ed anche il sottosegretario all’Editoria, a rispettare le leggi, in primis. Sarebbero certamente più autorevoli. E la “legge” dice che dall’aprile 2013 avremmo dovuto avere le tabelle dell’equo compenso! Altro che “tavoli paralleli” che in una settimana dovrebbero stabilire le tabelle, come proposto da Lotti… Le tabelle, che dovevano arrivare, ripeto, ad aprile 2013, ci erano state promesse per il 28 febbraio scorso. Oggi siamo al 15 maggio… È serietà questa?
Ma cosa vorrebbe scrivere la Fnsi sul contratto relativamente all’equo compenso? Che sono ad esso soggetti solo gli autonomi “economicamente dipendenti”, ossia che percepiscono più di 3000 euro all’anno (dicansi 250 euro al mese, poi si deve vedere se lordi o netti). Il che significa che scatterebbe immediatamente da parte degli editori una corsa al ribasso dei compensi già scarsi. Bella soluzione, bei cervelli quelli del (cosiddetto) sindacato.
Vogliamo l’equo compenso, subito e per tutti. Ma non per capriccio. Perché ci spetta, per legge. Avranno ancora valore le leggi in Italia?
E dopo, vorremmo finalmente che terminasse l’odioso e alquanto insopportabile monopolio sindacale della Fnsi. Perché solo la nostra categoria deve mantenere questa anomalia? Se io, come molte migliaia di colleghi, non mi sento rappresentato dalla Fnsi, perché non posso iscrivermi ad un altro sindacato con pari potere contrattuale? Ecco, questo potrebbe essere una nuova lotta da portare avanti, con la speranza, almeno in questo ambito, di potere centrare l’obiettivo: ma quelli della Fnsi sono troppo bravi a mantenere le posizioni, la trincea sembra connaturata a loro… non ci si muove di un millimetro…