Un convegno “sui precari” senza precari e senza utilità
Il titolo dava speranze: “Giornalisti, precari a vita?”. Per questo ho usato un venerdì pomeriggio, quello di ieri, per seguire l’iniziativa del Sindacato Giornalisti Abruzzesi organizzata alla biblioteca “Di Giampaolo” di Pescara. Peccato non aver riscontrato quel che il convegno prometteva. Non mi facevo illusioni, conosco troppo bene il mondo sindacale abruzzese.
Il racconto migliore è quello fatto per il sito di Cinqueuronetti, il coordinamento dei freelance e precari di cui faccio orgogliosamente parte, che ripropongo pari pari.
Trentasei sedie, neppure tutte occupate, numerose teste canute nel pubblico, molta Rai e diversi contrattualizzati garantiti: era questo lo scenario nel quale ieri pomeriggio si è aperto il convegno “Giornalisti: precari a vita?”, organizzato dal Sindacato Giornalisti Abruzzesi. Già l’orario (le 15.00 di un normale giorno di lavoro) non invitava certo alla partecipazione, ma neppure i sei (di numero) precari presenti in sala hanno potuto ascoltare qualcosa che li riguardasse, nonostante le intenzioni fossero tutt’altro. Dei saluti introduttivi si possono ricordare appena la prosecuzione della polemica con la Regione Abruzzo per il dirigente della struttura di supporto stampa della Giunta regionale (tema pur importante ma che riguarda un manipolo di contrattualizzati di ferro, beati loro, all’interno delle sicure mura dell’ente pubblico), la solidarietà (a cui tutti giustamente si associano) a “Il Tempo” e Marco Patricelli per la perquisizione subita solo per aver fatto il proprio lavoro e l’enunciazione dei convegni e delle iniziative che il sindacato avrebbe assunto per i precari, cercando tra l’altro di marginalizzare l’unico evento realizzato con il loro concorso convinto, quell’indagine “Identità sospese” che tanto scalpore suscitò in tutta Italia (meno che nella terra dove fu realizzato).
L’intervento dell’avvocato esperto in materia di diritto del lavoro è stato pur affascinante, incentrato sulla Riforma Fornero del mercato del lavoro: peccato però che non riguardi affatto i precari dell’informazione, non a caso l’unica domanda scaturita dalla platea è stata di un docente universitario che è “anche” pubblicista.
Si comprende perfettamente, alla fine, l’imbarazzo di Giovanni Rossi, presidente della Fnsi, nel tirare le fila di un paio d’ore in cui il precariato è sembrato piuttosto un pretesto per una utile vetrina per un sindacato che non ancora ha compreso per bene quale sia la realtà che sarebbe chiamato a tutelare: tra frecciatine neppure tanto velate all’Ordine dei Giornalisti su Carta di Firenze ed equo compenso e racconti delle vicende sindacali extraregionali, il sindacalista di lungo corso ha provato anche ad infilare tre-minuti-tre di riferimento ai precari, in un discorso più generale relativo al rinnovo del contratto, dove notoriamente i collaboratori sono del tutto assenti.
Alla fine, il vicesegretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi ha anche annunciato altre iniziative sul precariato: se saranno tarate su quella di ieri, sarà facile pronosticarne l’interesse per i precari dell’informazione abruzzese. Una cosa sola, almeno, è risultata abbondante: il “coffee break” che ha chiuso l’evento.
Io, che c’ero e ho visto e ho scritto, posso testimoniare che è stato così. Mi appare invece alquanto trionfalistico (per tacer d’altro) il comunicato emesso dal sindacato:
Si è tenuto ieri pomeriggio a Pescara, presso la sala conferenze della Biblioteca della Regione Abruzzo, l’incontro-dibattito organizzato dal sindacato giornalisti abruzzesi dal tema: ”Giornalisti , precari a Vita?” Affollata di colleghi lavoratori precari e non, alcuni anche provenienti da Roma, come Roberto Ambrogi il presidente Vicario per il Lazio del gruppo di specializzazione agroalimentare Argalam, l’incontro ha destato interesse e spunti di riflessione, contando molti interventi dalla platea.
Il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Stefano Pallotta è stato molto duro nel suo intervento verso “gli sfruttamenti abietti di giornalisti che lavorano giornate intere per pochi euro”.
Il segretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi Franco Farias ha, tra le altre cose, rivendicando le tante azioni sindacali intraprese, stigmatizzato “la recente nomina di una non giornalista a capo dell’ufficio stampa della Giunta regionale, ricordando le diffide già avanzate dal sindacato , a cui seguiranno azioni giudiziarie”, ringraziando, unitamente al presidente dell’ Ordine Pallotta, il Vice Presidente della Giunta Abruzzo Alfredo Castiglione, presente ed intervenuto al convegno, per averne chiesto la revoca, pur senza esito. Castiglione si è detto disponibile per un ordine del giorno “ad hoc” in consiglio regionale.
Seguito l’intervento dell’avv. Valentina Bravi, soprattutto per la parte relativa all’equo compenso.
Il vice segretario del Sindacato Abruzzese Donato Fioriti, moderatore dell’incontro-dibattito, ha rinnovato “piena solidarietà nell’ottimo collega Marco Patricelli rispetto all’azione barbara e da stato di polizia subita” e ricordato brevemente la figura del compianto Ludovico Cicci Petrarca. Il Vice Presidente Alfredo Castiglione ha donato alla vedova una medaglia della regione Abruzzo, come pure al Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Giovanni Rossi.
Giovanni Rossi, nelle sue conclusioni, nel rispondere ai tanti colleghi intervenuti, ha, tra le altre cose, anche ricordato la difficile situazione “ad horas” dei collaboratori del messaggero per il centro Italia, la difficile situazione occupazionale in Abruzzo, dando atto al sindacato territoriale di averla saputa fronteggiare, come anche lo scarso potere di vigilanza sulle aziende, compito degli ispettori Inpgi. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha , infine, garantito che il caso degli ufficia stampa abruzzesi sarà portato al tavolo nazionale Fnsi.
Ora, a parte il tono e i numeri alquanto gonfiati, ci sono forti inesattezze. Ciò che è attribuito a segretario e vicesegretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi, in realtà è stato detto dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, con la giusta durezza, quasi da sindacalista. L’avvocato, pur bravissimo e preparato per la parte di sua competenza (la legge Fornero, che non si applica ai giornalisti precari), non ha fatto che un timido accenno all’equo compenso, che invece è stato trattato da Giovanni Rossi, ma solo per ridimensionarne la portata, assieme alla Carta di Firenze (com’era comprensibile, vista l’aperta opposizione della Fnsi poi trasformatasi in lievissimo collateralismo, visto il successo tra i colleghi dei temi sollevati dall’Ordine dei Giornalisti): “La Carta di Firenze – ha affermato Rossi – non ha portato a nulla. Pura demagogia pensare che risolvesse qualcosa. L’unico procedimento arrivato a sentenza è stato annullato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti”. Altra inesattezza: il procedimento è stato semplicemente sospeso perché si è in attesa del giudizio di primo grado della Magistratura che si sta occupando, per altri risvolti, del caso.
Insomma, ancora una volta il sindacato non ha certo brillato per vicinanza ai precari. Poi ci si chiede il perché esso sia un’associazione che non abbia appeal sui colleghi precari e che quindi difenda solo chi è già “blindato”. Con alcune lodevoli eccezioni, beninteso: l’operazione “Il Tempo”, con la risoluzione stragiudiziale di oltre 40 ritardati pagamenti (anche di anni) in Abruzzo, è stata una ottima cosa. Rimasta isolata però.
Il sindacato si è unilateralmente autosospeso dall’attività sindacale. Tutto per sfuggire a un’unica domanda: perché non trattano con la loro controparte sulla palese irregolarità consistente nella disapplicazione del contratto collettivo a svantaggio di una quota ormai maggioritaria dei giornalisti? In altre parole, perché tradiscono il mandato ricevuto da una parte degli iscritti?