Il rinnovamento sì, ma non nelle nomine dello staff: il “caso Boldrini” in una nota di Cinqueuronetti
Abbiamo tutti apprezzato lo stile della nuova presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che nei suoi primi atti ha dato una svolta alle paludate consuetudini di Montecitorio, ma le prime nomine nello staff non hanno corrisposto alle attese. Almeno così annota Cinqueuronetti, il coordinamento dei precari e freelance dell’informazione abruzzese, di cui faccio parte, che ha emesso da poco una nota per sottolineare le scelte della presidente nelle cruciali postazioni di portavoce e capoufficio stampa, che non hanno privilegiato i tanti bravi colleghi precari che pure non mancano.
Questo è il comunicato, che si trova anche sul sito del coordinamento:
Padri, padrini e Boldrini: l’ennesimo schaffo ai precari dell’informazione
La neo presidente della Camera, Laura Boldrini, si è presentata ai cittadini come donna del cambiamento, ma non basta proclamarsi tali per esserlo fino in fondo. 5EURONETTI, il movimento autorganizzato dei precari abruzzesi, si sarebbe aspettato scelte coraggiose, nel segno della trasparenza, che incoraggiassero il merito e che testimoniassero un reale cambio di passo. Invece ci troviamo costretti a registrare l’assunzione di decisioni nel segno delle più vecchie e consumate logiche spartitorie, che premiano burocrati influenti e figli illustri.
La presidente Boldrini ha nominato come suo portavoce Roberto Natale, giornalista Rai, sindacalista Usigrai ed ex presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), presentatosi alle ultime politiche con Sel, senza essere eletto. Lo stesso Natale in campagna elettorale aveva fatto della lotta alla precarietà uno dei suoi cavalli di battaglia, ma l’unica precarietà che è riuscito a sconfiggere sembra essere quella che contraddistingueva il suo rapporto con il potere. Boldrini, inoltre, ha assunto in qualità di capo ufficio stampa la giornalista del Tg5 Valentina Loiero, figlia dell’ex governatore della Regione Calabria e sua amica personale.
Mai che uno dei tanti giovani e ultra-qualificati precari dell’informazione italiana, che non portano cognomi di rilievo e non hanno padrini politici o sindacali, abbia accesso a questo genere di posizioni. La presidente della Camera ha perso una grande occasione: avrebbe potuto compiere una selezione basata sul merito e lanciare un segnale di speranza ai tanti giornalisti che con impegno e passione continuano a svolgere il proprio lavoro, pur essendo sfruttati, mal pagati e privi di certezze e tutele. Per tutti costoro le scelte della Boldrini rappresentano soltanto l’ennesimo schiaffo.
Cinqueuronetti, Coordinamento dei precari e freelance dell’informazione abruzzese
Comprendo le esigenze di rispetto della professionalità e della necessità di stabilizzazione del rapporto lavorativo,giustamente reclamati dai colleghi precari, ma non me la sento di condividere la presa di posizione nei confronti della collega Valentina Loiero. Per chi ne ha seguito il percorso professionale, è sufficiente ricordare che Valentina Loiero, a prescindere dal cognome, è stata “giornalista di frontiera” in Sicilia, Si è occupata a lungo di mafia e mafiosi, resistendo, per nulla intimorita,ad “avvertimenti” e minacce. Tutto questo, riferito alla professionalità e impegno della collega, non può essere dimenticato.
Aggiungo che la carica di capo ufficio stampa, al pari di quella di direttore responsabile, è “ad personam”, basata sul libero rapporto fiduciario e personale tra rappresentato e rappresentante.