Equo compenso? Questo il vero problema del giornalismo, secondo Oscar Giannino
Grazie alla collega Ines Macchiarola, Oscar Giannino, giornalista di lungo corso che da sempre apprezzo per le sue posizioni nette e chiare e che oggi è candidato alla Presidenza del Consiglio per la lista “Fare per fermare il declino” (che, purtroppo, non ha alcuna possibilità di far eleggere neppure un deputato, visto che la soglia di sbarramento alla Camera per i partiti non coalizzati è del 4%), ha espresso un pensiero chiaro e condivisibile su equo compenso e sfruttamento giornalistico, in una intervista a margine di un evento elettorale a Foggia.
Queste le parole di Giannino:
Equo compenso, a poche settimane dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale. “Avrebbe senso solo se ci confrontiamo seriamente intorno ad un tavolo, e discutiamo su quello che sono diventate le aziende editoriali nel nostro paese.
Nella mia esperienza – non credo limitata – ritengo ci sia la realtà ormai sedimentata degli ipertutelati con contratti in linea con il CNLG che si scontra con un’ armata di sfruttati la cui condizione peggiora di anno in anno. E’ grazie a loro se le aziende editoriali tentano di rimanere più vicine alla linea dello zero, o di perdita di non troppi punti per non interrompere la loro vita.”
Si tratta di una ”massa alla quale manca la pur minima fonte di reddito. E’ questo il vero problema da affrontare, senza il quale, le aziende, non introdurranno mail l’equo compenso.”
Qui il video di tutta l’intervista:
Il grottesco è che si evoca il CCNL, dal quale giustappunto i “non contrattualizzati” sono esclusi e che, guarda caso, va in rinnovo a primavera. Vogliamo scommettere che, anche nel nuovo contratto, tra le tante cose vecchie rimarra l’imprevisione dei giornalisti autonomi?