Un saluto a Lodovico Petrarca, segretario del Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi
Se n’è andato un signore. Su questo nessuno potrà dire nulla in contrario.
Stamattina ha concluso il suo cammino terreno Lodovico Petrarca, il segretario in carica del Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi (già Assostampa Abruzzo). Se n’è andato in silenzio, come nel suo stile, mentre tutte le attività ordinarie dopo le feste riprendevano. Se n’è andato dopo una lunga malattia che ci aveva privato della sua squisita compagnia, della sua gentilezza timida, della sua riservatezza e soprattutto della sua enciclopedica conoscenza dei meccanismi e dei gangli più reconditi dell’Inpgi, lui, storico fiduciario regionale del nostro istituto di previdenza.
Con Lodovico Petrarca ho iniziato il mio percorso di impegno negli organi della nostra professione, condividendo con lui una campagna elettorale per il rinnovo del direttivo del sindacato e un triennio di lavoro, non sempre idilliaco, come presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.
Non faccio mistero, come tutti sanno, che quell’esperienza mi deluse, in quanto le istanze di rinnovamento insite nel programma di quella compagine vennero in gran parte disattese, tant’è che al termine del mandato non riproposi la mia candidatura, ma Lodovico non mi ha mai rimproverato per quella scelta che lui non condivideva o per le visioni diverse che ormai avevamo maturato: è sempre stato cordiale ed affabile e mi ha dato anche un importante supporto morale in alcuni momenti difficili della mia vita professionale, incoraggiandomi comunque a non mollare.
Era timido, questo ora lo so: benché fosse stato uno dei giornalisti migliori sfornati dalla Rai regionale, lo si vedeva poco in giro, tant’è che su Google si trovano solo due foto di lui, una è quella che ho pubblicato in apertura di questo ricordo, l’altra è quella che lo ritrae con me durante la cerimonia del “Premio Polidoro” del 2011, in una mattinata dedicata al precariato in cui lui fece un intervento che non esitai a definire “rinunciatario”, discutendone con lui subito dopo. Come al solito, aveva buttato acqua sul fuoco delle passioni dei precari, affermando che il mondo del giornalismo era ormai sempre più chiuso e le opportunità sempre più risicate così come sempre più piccole le occasioni per il sindacato di intervenire.
Era vero, ma noi “giovani” volevamo di più, un po’ di battaglia. Anche velleitaria, ma che ci facesse sentire il sindacato vicino. Ma questo non era lo stile di Lodovico. Che comunque era sempre vicino a tutti quando c’erano da risolvere problemi con l’Inpgi: eri sicuro che la via che ti indicava per uscire da una situazione difficile o problematica era la migliore e a prova di bomba.
Se n’è andato da segretario del Sindacato in carica e sono certo che questo gli avrebbe fatto piacere: a fine ottobre avrebbe comunque lasciato la segreteria dopo sei anni intensi di lavoro.
A Lodovico, giornalista e signore di altri tempo va il mio ricordo commosso.
“Rinunciatario”, questo sì. Sulle soluzioni al precariato le nostre vedute divergevano, tanto che al rinnovo della segreteria, nel 2010, mi ritrovai deliberatamente nel fronte opposto a quello che lo ricandidava.
Ma sulle tante qualità dell’uomo non si discute. Soprattutto, se n’è andato un amico e un collega esperto e saggio. Un uomo di pace. Ci mancherà.
Francesco Blasi