L’appello della Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi per l’equo compenso
Avendo aderito con convinzione ideale (anche se sono da sempre scettico sull’efficacia reale di tali raccolte di firme) all’appello-manifesto-comunicato della Commissione Lavoro autonomo della Fnsi per l’equo compenso giornalistico, riporto di seguito il testo sotto il quale ho apposto la mia firma, invitando tutti coloro che si ritrovano nelle affermazioni contenute e nell’appello generale a sostenere la battaglia, firmando sul sito di “Articolo 21”.
Oggi in Italia più della metà dei giornalisti non ha un contratto di assunzione stabile, non ha prospettive, non ha tutele!
Oggi in Italia, migliaia di giornalisti freelance sono costretti a lavorare solo nominalmente come liberi professionisti. Nella maggior parte dei casi ricevono compensi irrisori, anche 2-5 euro a pezzo, definiti in maniera unilaterale e insindacabile dagli editori e spesso corrisposti con notevole ritardo (6-9-12 mesi)!La situazione è così grave che secondo recenti ricerche effettuate sui dati ufficiali dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l’anno, e il 62% meno di 5.000!
Per queste ragioni oggi in Italia è necessario approvare una legge che impedisca lo sfruttamento di professionisti che con il loro lavoro contribuiscono a garantire il diritto, costituzionalmente sancito, all’informazione!
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi invita i Parlamentari a sostenere il percorso di approvazione, entro la legislatura, di una legge sull’equo compenso che:
– tuteli e garantisca il rispetto dei diritti costituzionali del lavoro anche per i giornalisti, in primis l’articolo 36 della Costituzione
– che definisca una soglia di dignità secondo il principio per cui un giornalista lavoratore autonomo o precarizzato, che sopporta tutti i costi di lavoro, deve essere pagato di più di uno assunto e non dimeno
– che corregga un’ingiustizia sociale che autorizza tacitamente lo sfruttamento di lavoratori senza tutele
– che preveda meccanismi sanzionatori per chi utilizza fondi pubblici e non è in regola con le norme che definiscono i rapporti di lavoro
– che consenta anche ai giornalisti attualmente precarizzati di poter avere un futuro pensionistico dignitoso
– che preveda ammortizzatori sociali per i giornalisti freelance, oggi senza tutele
– che imponga il rispetto di tempi di pagamento ragionevoli sulla base delle norme già sottoscritte dagli editori con il sindacato dei giornalisti e stabiliti dalle stesse norme europee.