Il resoconto sommario della Commissione Lavoro di ieri sull’equo compenso: non c’è impegno a procedere anche contro il parere del Governo
Mentre i resoconti stenografici delle riunioni delle commissioni sono fermi al mese di giugno (cioè… ci rendiamo conto, giugno! Alla faccia del controllo dei cittadini sulle istituzioni pubbliche… almeno la Camera dei Deputati assicura tale servizio quasi in tempo reale), stamattina è stato pubblicato il resoconto sommario della seduta della Commissione Lavoro che ha ascoltato in audizione il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sul disegno di legge sull’equo compenso.
Dal testo mandato on-line, un riassunto a cura degli stenografi di commissione, si capisce bene la chiusura del ministro, ma non appare nella sua evidenza la posizione del presidente Pasquale Giuliano, riferita da Enzo Iacopino, sull’impegno a portare a compimento il disegno di legge nonostante il parere contrario del Governo. Chiarimenti potrebbero giungere quando il sito del Senato riuscirà a proporre il resoconto stenografico.
Ecco invece il testo del resoconto sommario:
IN SEDE DELIBERANTE
(3233) Deputato MOFFA ed altri. – Norme per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico, approvato dalla Camera dei deputati
(2429) LANNUTTI ed altri. – Norme per promuovere l’equità retributiva e la regolarizzazione contrattuale nel lavoro giornalistico
(Seguito della discussione congiunta e rinvio)
Prosegue la discussione congiunta, sospesa il 19 giugno scorso.
Il presidente relatore GIULIANO (PdL) ricorda che nella precedente seduta era stata avanzata l’ipotesi di affidare ad un Comitato ristretto l’elaborazione di un testo che tenga conto delle modifiche normative più recenti. A tale scopo, invita pertanto i rappresentanti dei Gruppi in Commissione a far pervenire quanto prima le rispettive designazioni.
Il ministro Elsa FORNERO rileva che il disegno di legge n. 3233, scelto dalla Commissione come testo base per l’esame e già approvato dalla Camera dei deputati, presenta tre distinti profili: uno di carattere lavoristico, che rientra nelle sue dirette competenze, uno di tipo editoriale, che esula invece dalle stesse, ed un terzo aspetto che attiene alla crisi riguardante il settore, con ricadute di tipo identitario, produttivo ed occupazionale, sulle quali si impegna comunque a ricercare una soluzione, d’intesa con il ministro Passera e con il sottosegretario Peluffo.
Con specifico riferimento al profilo lavoristico, ricorda che la recente legge di riforma del mercato del lavoro offre una soluzione di carattere generale ad un problema che attiene soprattutto ai giovani: nel settore giornalistico il gap generazionale risulta infatti probabilmente addirittura più accentuato che in altri comparti. Ritiene dunque difficile estrapolare una disciplina diversa riferita a questo settore specifico, in presenza di una normativa a carattere generale di recentissima approvazione. Resta ferma l’utilità di un monitoraggio, peraltro già previsto nella legge di riforma del mercato del lavoro, con valenze più generali.
Il presidente relatore GIULIANO (PdL) ringrazia il Ministro per i chiarimenti forniti e, in considerazione dell’inizio della seduta dell’Assemblea, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.
Il seguito della discussione congiunta è quindi rinviato.
Qualche scampolo di dichiarazione più articolata del ministro Fornero può essere ricavato comunque dal lancio Ansa di ieri pomeriggio:
GIORNALISTI: FORNERO, NON SERVE NORMA AD HOC EQUO COMPENSO (AGI) – Roma, 24 lug. – “Non e’ necessaria una norma ad hoc per la categoria dei giornalisti, esiste gia’ una regola generale”. Questa l’affermazione del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ascoltata oggi in commissione al Senato sulla legge per il giusto compenso dei giornalisti. Il ministro ha detto di avere espresso in commissione Lavoro un parere “di perplessita’”: “Mi sembra un po’ strano estrapolare dai lavoratori atipici una categoria e occuparsi per quella categoria di una norma simile a quella generale”. Sul piano dei profili editoriali Fornero, precisando che la competenza e’ del sottosegretario all’editoria, ha dichiarato di non ritenere opportuna una norma che preveda contributi solamente agli editori che rispettano la legge perche’ in questo modo “si da per scontato che qualcuno non la rispetti”: “si dovrebbe partire dal presupposto che inve le norme sia osservata”.
Insomma, non c’è che dire… siamo considerati davvero meno di zero. Intanto c’è da registrare una reazione da parte dei Coordinamenti regionali dei precari che domani mattina si vedranno a Roma per mettere a punto una risposta al ministro. Inoltre, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, ha lanciato una proposta via Facebook:
DIAMOLE LA SVEGLIA. Ho bisogno delle vostre “buste paga” (sì, lo so che non sapete che cosa siano, ma capite a che cosa mi riferisco). Voglio far “vedere” a Elsa Fornero che nel 2012 esiste la schiavitù. Mandatemele a enzo.iacopino@odg.it con dei PDF. Magari si sveglia e capisce che se c’è qualcuno da tutelare non sono gli editori che, grazie a lei, se la stanno ridendo. E se la Lavoro del Senato, dopo gli appelli del Capo dello Stato e del presidente Schifani, gli facesse uno scherzetto? Sai le risate.
Ottima iniziativa. Dobbiamo farci sentire. Ancor di più perché è un periodo di ferie e “loro” pensano che noi ci preoccupiamo più delle vacanze che di manifestare. Li faremo ricredere.