Giornalisti freelance, precari, autonomi aderiscono alla “Giornata contro la precarietà” di domani
Da sempre sono convinto della poca utilità delle “giornate” dedicate a questo o a quel tema, quasi che eleggendo un giorno – e uno solo – alla riflessione ci si senta la coscienza sollevata (o almeno più leggera), pur permanendo il problema nella sua drammaticità, così come avverto una certa orticaria nei confronti dei “manifesti delle buone intenzioni” pieni di parole e di annunci, spesso solidali e nobili, ma poi disattesi nella pratica quotidiana delle singole persone (molte delle quali sempre presenti come prezzemoline in questi altisonanti documenti).
Eppure stavolta ho messo la mia firma, convintamente, ad uno di essi, aderendo al documento che i giornalisti freelance e precari italiani hanno elaborato per sostenere la “Giornata contro la precarietà”, proclamata dalla Cgil per domani.
Già accostare me al sindacato, che ho sempre criticato come istituzione in sé in quanto incapace oggi, a mio avviso, di cogliere le reali istanze dei lavoratori e rappresentarne i veri interessi, pare un’enormità, figurarsi alla Cgil: roba da scomunica, direbbero i miei amici, che rassicuro di non essere uscito di senno.
Semplicemente, scorrendo le parole del documento di adesione, mi sono accorto che non contengono enunciazioni, ma una “fotografia” reale, pur se sconsolante, di quanto accade tutti i giorni nella nostra categoria e in più delineano un impegno che personalmente sto portando avanti insieme a tanti colleghi in tutta Italia, molti dei quali posso affermare con piacere di conoscere e di aver stretto loro la mano guardandoli negli occhi e trovandomi in una sostanziale unità d’intenti.
Per questo ho con entusiasmo e convinzione posto la mia firma su questo documento di adesione :
GIORNALISTI FREELANCE E PRECARI ITALIANI:
ADESIONE ALLA GIORNATA CONTRO LA PRECARIETA’: 10 MAGGIO 2012
Aderiamo senza se e senza ma alla giornata nazionale di mobilitazione indetta dalla CGIL contro la precarietà. E apprezziamo la scelta del termine “precarietà”, perché a differenza di “precariato” non è un riferimento tecnico–sindacale, ma comunica le incertezze e le difficoltà quotidiane di chi vive questa dura realtà sulla propria pelle.
Fra i precari ci sono anche i giornalisti, sia quelli “tecnicamente precari” (i contrattualizzati a termine), sia quelli che con o senza partita IVA sono stati indotti a esercitare la professione in modo autonomo. Anche chi l’ha fatto per scelta, a suo tempo, oggi vive nella precarietà, perché non è protetto da un buon contratto ed è in balia del mercato. E un mercato senza regole – specie in un momento di grave crisi economica – è una giungla dove vige solo la legge del più forte.
Questa parte precaria della professione giornalistica costituisce ormai circa la metà della nostra categoria. Sarebbe bene tenerlo presente, quando si parla dei “giornalisti” e della loro “casta”. Sono in maggioranza non contrattualizzati, o con contratto precario, i giornalisti che scrivono le cronache dei quotidiani, che accorrono alle conferenze stampa, che lavorano con le telecamere, che riempiono di contenuti i siti e la rete. Tantissimi giovani e tanti meno giovani.
Combattere la precarietà non significa necessariamente battersi “per il posto fisso”. Significa battersi per la dignità: dei compensi, del lavoro, delle condizioni e delle prospettive di vita.
E significa, per quanto ci riguarda, battersi per la libertà dell’informazione, perché un’informazione precaria non è l’informazione libera a cui i cittadini hanno diritto, sancita dalla Costituzione.
L’approvazione della legge sull’equo compenso per il lavoro giornalistico autonomo, certezza e tempi congrui di pagamento, welfare e ammortizzatori sociali a garanzia di tutti: questi sono gli obiettivi principali e minimi per i quali ci battiamo.
La precarietà si fa sempre più “sistema strutturale” del mondo del lavoro, in una sorta di drammatico ritorno a un passato remoto con poche regole e tanto sfruttamento. In Italia e in Europa, occorre favorire il confronto e il coordinamento fra tutte le istituzioni, associazioni, e forze sociali impegnate a invertire la tendenza. La massima attenzione va posta proprio alle condizioni contrattuali, legislative e di welfare a tutela di precari, lavoratori autonomi e di altre categorie professionali intellettuali e non solo.
Per tutti questi obiettivi ci battiamo, e queste sono le ragioni che oggi ci fanno sentire parte di questa giornata di lotta.
Pagina Facebook Giornalisti freelance – http://freelance20.ning.com
(www.facebook.com/giornalistifreelance)
PRIMI FIRMATARI
(in ordine alfabetico)
ADESIONI INDIVIDUALI:
Antonello Antonelli, consigliere regionale dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo
Maurizio Bekar, Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia; rappresentante del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione nazionale Lavoro autonomo Fnsi
Valeria Calicchio, giornalista precaria, portavoce di Errori di Stampa (Coordinamento dei giornalisti precari romani)
Claudio Chiarani, rappresentante del Trentino Alto Adige nella Commissione nazionale Lavoro autonomo Fnsi
Nicola Chiarini, presidente di Re:fusi (coordinamento giornalisti veneti freelance), e rappresentante del Veneto nella Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Raffaella Cosentino, giornalista freelance e precaria (Roma)
Stefania Di Mitrio, freelance (Bari), rappresentante della Puglia nella Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Maria Giovanna Faiella, freelance (Roma), membro della Commissione nazionale Contratto Fnsi-Fieg
Dario Fidora, coordinatore Commissione lavoro autonomo Assostampa Sicilia, rappresentante della Sicilia nella Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Lorenzo Mansutti, giornalista freelance e disoccupato (Udine)
Leyla Manunza, rappresentante della Sardegna nella Commissione nazionale Lavoro autonomo Fnsi
Fabrizio Morviducci (Firenze), Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti
Saverio Paffumi, Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e responsabile della Commissione Lavoro Autonomo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti – FNSI
Ciro Pellegrino, giornalista precario (Napoli)
Giovanni Ruotolo, membro del direttivo dell’Assostampa Subalpina e rappresentante del Piemonte nella Commissione nazionale Lavoro autonomo Fnsi
Alessandra Sgarbossa, giornalista precaria, consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti del Veneto
Valeria Tancredi, del Coordinamento freelance FreeCCP (Emilia Romagna), membro dell’Assemblea nazionale lavoro autonomo Fnsi
Gabriele Testi, giornalista (Emilia Romagna)
Giovanni Tizian, giornalista gruppo Espresso
Paola Vescovi, freelance (Venezia), membro della Giunta esecutiva Fnsi
Laura Viggiano, rappresentante della Campania nella Commissione nazionale Lavoro autonomo FNSI e nell’Assemblea nazionale lavoro autonomo FNSI, rappresentante freelance nella Commissione contratto FNSI-FIEG
Giulio Volontè, giornalista freelance (Sardegna)
Martina Zambon, freelance, consigliere regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto
ADESIONI COLLETTIVE:
Assostampa Friuli Venezia Giulia
Coordinamento giornalisti precari Campania
Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia
Coordinamento lavoro autonomo atipico e precario dell’Associazione Stampa Romana
Errori di Stampa, Coordinamento dei giornalisti precari romani
Re:fusi (coordinamento giornalisti veneti freelance)
Sottopressione (Rete nazionale dei coordinamenti dei giornalisti precari, atipici, freelance)
ADERISCONO INOLTRE:
(adesioni in corso, sempre aperte)
Valentina Di Cesare (Pescara), giornalista precaria e docente precaria
Giulio Todescan. membro dell’Assemblea nazionale lavoro autonomo Fnsi, del direttivo di Re:fusi (Veneto) per la provincia di Vicenza
Alessandro Martegani (Trieste), giornalista freelance, membro dell’Assemblea nazionale lavoro autonomo Fnsi
Cristina Serra (Trieste), giornalista scientifica
Cristina Visintini (Ronchi dei Legionari, Gorizia) giornalista professionista freelance
Fabiana Dallavalle (Udine) giornalista pubblicista, collaboratrice del Messaggero Veneto
Mario Molinari (Udine), giornalista professionista
Ivana Gherbaz (Trieste) giornalista freelance
Inoltre, invito tutti i colleghi che si riconoscessero in queste parole ad inviare il proprio sostegno al documento con una mail, indicando nome, cognome e titolo/incarico ricoperto, all’indirizzo giornalistifreelance@gmail.com.
Un’iniziativa lodevole, quella della raccolta delle firme, se non fosse per il fatto che, quando compili il form, oltre a chiederti i dati personali ed il numero di telefono, quali siano i tuoi ambiti, i tuoi interessi, il tuo sito internet ed il tuo profilo social (compreso l’url di lindeIn) alla fine ti si chieda: “hai mai frequentato un corso di frelancer di Cerra?”
…Ho rinunciato a firmare…
Ognuno è libero di decidere la propria gerarchia di priorità e d’interessi in gioco in questo momento e perciò spero che non vorrai censurare il mio commento.
Censurare? Ma scherziamo? Se mi fossero state richieste le stesse cose, anche io avrei rinunciato a firmare!
Invece ho semplicemente inviato la mia adesione via mail e quindi ho deciso io cosa far sapere! Poi, grazie al mio cognome, mi sono ritrovato in testa ai firmatari…
Il tuo commento, piuttosto, è un sacrosanto segnale di una indebita richiesta di informazioni che non so cosa possa avere a che fare con un’adesione ad una causa!