Giornalismo e precarietà: il mio intervento su Telemax del 24 febbraio

La precarietà di oltre la metà dei giornalisti italiani è una minaccia per la qualità dell’informazione perché rende ricattabili coloro che raccontano al Paese la realtà che passa sotto gli occhi di tutti e danno la possibilità ai cittadini di avere i dati sui quali ragionare per determinare le scelte fondamentali della democrazia: questo è il motivo per il quale parlare della nostra precarietà non è autoreferenziale, ma è un fondamentale esercizio di riflessione per tutti sulla delicatezza della nostra funzione all’interno del nostro sistema democratico.

Ecco perché Telemax, emittente regionale abruzzese, ha voluto dedicare una puntata del suo spazio di approfondimento “Il Punto” al tama “Giornalismo e precarietà”. In studio sono stato chiamato io per discutere della situazione e delle novità legislative in materia.

Ne è venuta fuori una puntata che, dopo aver recuperato l’esperienza importante realizzata in Abruzzo nel 2009 con il progetto “Identità sospese” (ne parlano in interviste esterne i colleghi Patrizia Pennella, Paolo Di Sabatino, Massimo Giuliano, Luca Zarroli e Lino Nazionale), ha fatto emergere la reale situazione di lavoro dei giornalisti precari (il 46% dei quali guadagna meno di 5.000 euro all’anno, lordi ovviamente), le pressioni e le minacce a cui vanno incontro per un compenso che si aggira sui 4-5 euro lordi a pezzo, il peso degli autonomi e dei precari sulla realizzazione dell’informazione in Italia, passando per la Carta di Firenze, la legge sull’equo compenso e finendo con la riforma dell’Ordine dei Giornalisti e le elezioni imminenti dell’Inpgi.

Ecco il video della puntata, andata in onda il 24 febbraio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *