“Giornalisti e giornalismi per la dignità della professione”: a Firenze un’intensa prima giornata
In trecento, giunti davvero da tutta Italia, al cineteatro Odeon di Firenze per dire basta alla superficialità con la quale si trattano i problemi dei precari: è questa la risposta migliore per chi dipinge la categoria dei giornalisti come refrattaria alla solidarietà (peraltro prevista tra i doveri enunciati solennemente dall’articolo 2 della legge professionale). In trecento per accompagnare il “parto” della “Carta di Firenze”, il documento deontologico che dovrebbe, nelle intenzioni di Ordine, Sindacato e di tutti i giornalisti precari, freelance e collaboratori, introdurre uno strumento in più per combattere la precarietà, per farla almeno emergere dal silenzio, spesso imbarazzato e complice, di troppi colleghi contrattualizzati che dopo il varo della “Carta” potrebbero essere anche sanzionati.
A Firenze c’era anche “Cinqueuronetti”, il coordinamento dei precari abruzzesi. Non io, unico abruzzese insieme al presidente dell’Ordine regionale, Stefano Pallotta, che è stato sempre vicino e sensibile al problema del precariato, ma tutti i precari abruzzesi che ho dovuto con piacere – e spero degnamente – rappresentare.
La giornata l’ho già raccontata per bene via Twitter, insieme ad altri colleghi che hanno “cinguettato” tutto il giorno per fare partecipi coloro che non sono potuti intervenire, quindi non ripeto né sintetizzo le tante storie e i tanti interventi che si sono avvicendati sul palco (per chi vuole l’hashtag da ricercare su Twitter è #CartaFi). Mi limito a ricordare il contributo che abbiamo dato alla manifestazione, sia in assemblea, sia nel gruppo di studio per gli emendamenti alla “Carta”.
Tre le direttrici principali del mio intervento in assemblea: 1. Importante il convenire tutti insieme perché ci conosciamo e ci confrontiamo, cosa che quasi mai siamo riusciti a fare; in Abruzzo lo abbiamo fatto con il progetto “Identità sospese”, che per la prima volta ha tracciato un quadro di chi sono i precari e ci ha spinto a conoscerci meglio tra di noi e quindi a fondare il coordinamento “Cinqueuronetti”; 2. Il problema dei precari non è solo “quanto” ricevono di stipendio, ma “quando” lo ricevono; esempio lampante la vertenza de “Il Tempo”, che coinvolge me e decine di altri colleghi con oltre 20 mesi di stipendio da riscuotere, e che il sindacato abruzzese ha preso in mano con un ritardo incomprensibile; 3. Occorre vigilare soprattutto sui pensionati Inpgi che, dopo aver intascato un lauto assegno mensile, tornano sotto forma di collaboratori a lavorare nelle redazioni, restringendo ancora di più i già esigui spazi per i giovani. Gli applausi a scena aperta dopo questa affermazione, la sua citazione da parte di Roberto Natale, presidente Fnsi, nel suo discorso e i ringraziamenti fatti in privato da parte dello stesso Natale per aver sollevato il problema, mi hanno rinfrancato, confermandomi che non è un problema circoscritto, ma sentito dalla categoria.
Nel pomeriggio, nel dibattito molto acceso nei gruppi di approfondimento, abbiamo segnalato tre importanti emendamenti (sarebbero stati di più, ma ne hanno parlato anche altri, quindi mi sono limitato a riportare quelli che non erano stati già citati al momento del mio intervento in gruppo): 1. La vigilanza sui pensionati (per il discorso già detto precedentemente); 2. La vigilanza sull’accesso all’Ordine, in particolare nei confronti dei pubblicisti, verificando attentamente i documenti prodotti, non accettando (come già fa il Consiglio regionale dell’Ordine in Abruzzo) ritenute d’acconto uniche; 3. Riesumare l’istituto, previsto per legge, della revisione degli elenchi, per espungere i pubblicisti (con meno di 15 anni di iscrizione) che non svolgano più alcuna collaborazione giornalistica.
Quel che ho notato confrontandomi con molti colleghi, però, è che non è ancora ben chiara la distinzione tra i compiti dell’Ordine e i compiti del sindacato, una importante nozione che eviterebbe molti fraintendimenti.
Domani si farà la sintesi e spero che lo spirito respirato a Firenze possa accompagnare i giornalisti per tutta la loro esperienza professionale. Roberto Natale, presidente della Fnsi, ha riconosciuto che un anno e mezzo fa sarebbe stato impensabile pensare ad un risultato del genere ed ha ringraziato i precari per la fiducia ancora concessa agli organismi di categoria, visto che avremmo potuto costituirci autonomamente a prescindere da Ordine e sindacato.
Secondo me è fondamentale passare per i nostri organismi di categoria e visto che siamo maggioranza tra i colleghi, sarebbe bene che sempre di più uscissimo dal nostro guscio e coraggiosamente ci candidassimo a tutti i livelli. Il mio intervento in assemblea si è infatti chiuso con questa esortazione, confermata da tanti precari che – sorpresa – hanno già occupato diverse postazioni negli organismi di categoria (specie in Veneto, grazie ai mitici di Re:Fusi).
Per concludere, ecco il filmato di sintesi della prima giornata di questa avventura, realizzato dai colleghi di intoscana.it. Hanno intervistato pure me ed hanno avuto la bontà di mandare in onda tutta la mia intervista, anche se in due tronconi: il primo al minuto 2.45, il secondo al minuto 5.05.
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