Giornalismo e privacy: un’occasione di formazione!
Mi sono sempre chiesto il perché se gli avvocati e i medici e la stragrande maggioranza degli iscritti agli ordini professionali hanno l’obbligo, ogni anno, di raggiungere un certo numero di crediti formativi frequentando corsi di formazione che li “mettano al passo” con le novità (soprattutto normative) della professione, lo stesso non accade per i giornalisti, che tra l’altro “maneggiano” una materia molto delicata. E – fidatevi – la maggior parte non sa neppure dove stanno di casa regole deontologiche e normative di settore.
Ecco dunque che il convegno-dibattito di domani pomeriggio, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, viene a proposito, trattando di un tema di sempre grande attualità per i cittadini ed ancor di più per i giornalisti: la privacy.
Dove finisce il diritto di cronaca e inizia il diritto alla privacy? Una domanda particolarmente importante, che segna uno spartiacque necessario nella nostra professione, che negli ultimi anni ha fatto molti passi indietro sul rispetto della riservatezza della vita privata delle persone (per non parlare dei minori).
Spero che il convegno sia affollato, non solo per l’autorevolezza dei relatori, ma anche per la necessaria riflessione che come categoria dovremmo sempre fare di fronte alla cronaca che spesso ci travolge, invece di provocarci ad una maggiore accuratezza del nostro lavoro.
Mi illudo? Io faccio di tutto perché si possa partecipare, poi sta alla coscienza di ciascuno cogliere le occasioni di formazione che vengono offerte: questo perché l’autoformazione è un grande segno di maturità, ma è nel confronto delle opinioni che si cresce!
P.S. - Cercherò, domani pomeriggio, di sintetizzare su Twitter i principali passaggi del convegno, così da dare un assaggio, in real time, di quanto verrà detto. Collegatevi sul mio profilo Twitter @PhiloReporter