Rilanci il giornale chiudendo una redazione regionale? Ti premiano… ma dei giornalisti e dell’informazione chi se ne occupa?

Per un giorno torno giornalista, o meglio torno ad occuparmi di giornalismo, che di certo non vive in questi anni una situazione rosea. A darmi il “la” per questo ritorno sul blog è una notizia a dir poco incredibile, che ho ricevuto ieri sera da un messaggio privato di Facebook: dopodomani il “Premio Sulmona”, un riconoscimento pluridecennale di arte contemporanea (ma che ha anche una sezione di giornalismo), che è tornato in auge negli ultimi anni e che si è ritagliato un certo spazio anche di autorevolezza grazie anche a chi ha saputo rilanciarlo, sarà assegnato a Gian Marco Chiocci, direttore responsabile de “Il Tempo”.

Fin qui, si dirà, nulla di strano, visto che Chiocci è uno dei giornalisti che negli ultimi vent’anni ha avuto una certa notorietà grazie anche alle sue inchieste, in particolare firmate su “Il Giornale”.

Il problema però nasce dalla motivazione che gli organizzatori del premio e il presidente della sezione Giornalismo, il collega della Rai Paolo Corsini, hanno redatto per l’assegnazione:

Considerato uno dei più importanti giornalisti di inchiesta italiani, Chiocci si è formato sul finire degli anni ’80 proprio al quotidiano “Il Tempo”, per poi approdare al quotidiano “Il Giornale” dove e’ stato, per circa 20 anni, uno dei giornalisti di punta della testata fondata da Indro Montanelli, per cui ha seguito molti casi di cronaca giudiziaria tra cui il crac Parmalat e la vicenda del Monte dei Paschi di Siena. Nell’estate 2013 è avvenuto “il ritorno a casa”, come lui stesso lo ha definito, con la direzione del quotidiano “Il Tempo”, testata che ha provveduto a rilanciare, puntando soprattutto sul giornalismo di inchiesta.

 

Quindi, una delle motivazioni del premio risiede nel rilancio che il direttore Chiocci avrebbe centrato per “Il Tempo”. Nulla di strano, se non fosse che questo “rilancio” ha avuto come prezzo la chiusura dell’intera struttura regionale abruzzese del quotidiano romano, che ha cancellato il dorso Abruzzo il 31 ottobre scorso, poco meno di un anno fa, mettendo la parola fine a 60 anni di storia di informazione regionale, licenziando colleghi a metà carriera, disperdendo senza una parola un patrimonio di quasi cinquanta collaboratori, la maggior parte dei quali lavorava nel giornale da oltre dieci anni (ed io fra loro).

Che si possa premiare un tale rilancio sa di presa in giro, che poi lo si faccia addirittura in quel territorio – l’Abruzzo – penalizzato dalla ristrutturazione che lo ha generato è francamente agghiacciante. Assurdo è poi pensare che la targa d’oro che sarà consegnata al vincitore sabato prossimo sarà pagata dalla Regione Abruzzo, ossia da tutti noi abruzzesi, compresi i giornalisti messi alla porta dalla geniale azione di rilancio di cui è titolare Chiocci. Vero è che da Palazzo dell’Emiciclo non si sono levate, l’anno scorso, grandi voci a difesa dello scippo che si stava perpetrando e dell’impoverimento del panorama informativo regionale: forse il premio non è che una conseguenza di quell’assordante silenzio che aleggiava nel 2014 attorno alla chiusura de Il Tempo d’Abruzzo? A pensar male si fa peccato, ma…

Mi sento di sottoscrivere quanto hanno scritto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il segretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi, Paolo Durante, che hanno inviato un telegramma al presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo (istituzione che materialmente paga la targa d’oro del “Premio Sulmona”), Giuseppe Di Pangrazio, e al sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli:

 

GIORNALISTI: ODG ABRUZZO E SGA CONTRO PREMIO A CHIOCCI
Telegramma protesta inviato a Comune Sulmona e Regione Abruzzo
(ANSA) – PESCARA, 1 OTT – L’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo
e il Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi esprimono «indignazione
per il conferimento del Premio Sulmona al direttore del
quotidiano ‘Il Tempo’, che solo qualche mese fa ha ritenuto di
dovere chiudere la redazione abruzzese del giornale, mettendo
fine a 60 anni di storia e costringendo decine di nostri
colleghi a vivere un futuro incerto e molto difficile». È il
contenuto del telegramma inviato al presidente del Consiglio
Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e al sindaco di Sulmona,
Peppino Ranalli.
«La circostanza vorrebbe – si prosegue nella missiva firmata
dal presidente dell’Odg Abruzzo, Stefano Pallotta e dal
segretario del Sga, Paolo Durante – che Regione Abruzzo e Comune
di Sulmona si astenessero dal consegnare riconoscimenti di
sorta». (ANSA).

 

Presidente e sindaco si sapranno sottrarre ad una passerella di tale sorta? Ne dubito, ma basterà aspettare dopodomani per saperlo. Intanto, non posso che segnalare ancora una volta (e stavolta da “esterno”, ma certo non meno amaramente di quando lo dicevo da giornalista precario “impegnato”) come la maggior parte delle volte i nemici dei giornalisti siano i giornalisti stessi, facenti parte di una categoria professionale che non brilla certo (eufemismo) per solidarietà “reale” e “concreta”. “Il Tempo” è ormai andato via dall’Abruzzo e in considerazione del panorama sempre più deprimente della carta stampata, difficilmente tornerà; tuttavia, sarebbe bene almeno non infangarne la memoria con iniziative quanto meno discutibili come un premio giornalistico dato per meriti di “rilancio” fatto sulla pelle di decine di colleghi. Spero che sabato sera ci sia qualcuno, anche solo per un attimo di resipiscenza, che possa segnalare, anche senza rovinare il paludato e ossequioso cerimoniale di una premiazione, che “Il Tempo” è stato grande in Abruzzo grazie a schiere di giornalisti, dai redattori ai collaboratori, che hanno dato l’anima per il giornale e che alla fine si sono visti dare il benservito con una lettera prestampata, nel sostanziale silenzio di chi poteva almeno essere solidale. Vincerà il conformismo? Ci sarà qualche collega delle tv locali o della carta stampata regionale o dei siti di informazione internet che riuscirà a fare una domandina “scomoda” al premiato o agli organizzatori? Lo spero vivamente…

 

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