Tutti conosciamo Enrichetta Blondel, ma perché nessuno ci parla di Teresa Borri in Manzoni?

Sin dai banchi di scuola tutti noi siamo abituati a sapere gran parte della vicenda amorosa di Alessandro Manzoni con Enrichetta Blondel, che però muore relativamente presto (1833), e nessun libro ha mai parlato, fuorché nominarla, della seconda moglie dell’autore de I Promessi Sposi, Teresa Borri, vedova Stampa, eppure è stata vicino a lui per quasi trent’anni. Ebbene: questo romanzo, frutto sì di una rielaborazione fantasiosa, ma strettamente legata ai documenti (lettere, scritti, iscrizioni, cronache, articoli di giornali e riviste), colma questo deficit, raccontando anche in maniera impietosa della vita quotidiana di Alessandro Manzoni, dei figli, legittimi e illegittimi, della servitù, dei salotti mondani, ma anche degli illustri amici (Massimo d’Azeglio, Antonio Rosmini, Giuseppe Giusti, Tommaso Grossi) in un momento delicatissimo per la Lombardia, scossa dai moti carbonari, dall’accresciuta consapevolezza nazionale, dalle Cinque Giornate, dalla reazione austriaca al 1848, dalla Prima e dalla Seconda Guerra d’Indipendenza.
Un bell’affresco storico-letterario, anche piacevole da leggere (483 pagine in una settimana scarsa).

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